«Non si può più aspettare, ora il Governo deve rimettere in moto l’economia»

E' questo il commento del presidente di Unione Industriali Michele Graglia in attesa della Tremonti-ter, l'iniziativa governativa per rilanciare l'economia. Che, dopo la prima ripresa iniziale, sta tornando a scendere

«Nell’insieme, la consultazione elettorale e referendaria ha consolidato l’attuale compagine di Governo, che ha incassato un consenso significativo dopo un anno circa di attività. Ora, dall’Esecutivo ci si deve attendere decisioni fattive per rimettere in moto l’economia».

E’ partita da qui, dalla cronaca fresca dei risultati elettorali, il ragionamento di Michele Graglia, Presidente dell’Unione Industriali varesina, in apertura dell’ultima riunione della Giunta dell’associazione prima della pausa estiva. «Lo scenario nel quale l’Esecutivo si trova ad operare – ha ammesso il Presidente Graglia – è certamente difficoltoso: ci troviamo nel mezzo di una recessione economica vistosa, con le entrate della finanza pubblica in calo e con uscite straordinarie e inattese come quelle necessarie per la ricostruzione dopo il terremoto in Abruzzo. Pur con questa consapevolezza, dobbiamo tuttavia registrare che, se sono stati tempestivi i primi provvedimenti adottati per allargare il campo di operatività della Cassa Integrazione Guadagni e per scongiurare un rischio di default del sistema bancario, stanno invece tardando gli altri attesi provvedimenti che avrebbero dovuto rilanciare il sistema economico».

Grande attesa, dunque, per l’annunciato decreto che il Consiglio dei Ministri si accinge a varare nella giornata di oggi, in particolare per l’annunciata “Tremonti-ter” che dovrebbe rilanciare gli investimenti attraverso una detassazione degli utili reinvestiti. Qualche indicatore di ripresa sui mercati internazionali c’è – ha ricordato Michele Graglia – come la ripresa delle quotazioni delle materie prime e del petrolio e la movimentazione dei container nei porti del Far East. E anche nel nostro paese si è registrato, ad aprile, qualche timido segnale positivo, che però si è subito smorzato. L’impressione che potesse trattarsi di un “fuoco di paglia”, provocato dalla necessità di una minima ricostituzione delle scorte, si era in effetti avuta e, così, il refrain di molti tra gli imprenditori della Giunta dell’Unione Industriali è stato: «Si stava meglio un mese fa, quando gli impianti avevano ricominciato a girare un po’ di più».

L’indicatore della cassa integrazione ordinaria riflette puntualmente l’andamento della produzione: a maggio di quest’anno, in provincia di Varese, le ore autorizzate sono state superiori del 697% quelle autorizzate a maggio dello scorso anno; ad aprile, l’aumento era stato “solo” del 307%.
Se dalle misure che il Governo si accinge a varare ci si attende quindi una spinta verso una ripresa non effimera, sullo sfondo restano peraltro altri nodi, di ordine più strutturale, che devono essere affrontati con coraggio. Ancora una volta l’Ocse ha richiamato la necessità di rimettere mano alla riforma del sistema previdenziale, che in rapporto agli altri paesi industrializzati assorbe, nel nostro, una quota troppo elevata di risorse pubbliche.

Oltre a ciò, vi sono altri grandi capitoli della spesa corrente, per non parlare degli sprechi tuttora presenti nel settore pubblico, sui quali occorre intervenire per invertire una tendenza pericolosa: l’eccesso di spesa corrente, oltre ad incidere pesantemente sull’imposizione fiscale deprimendo così sia la competitività delle imprese, sia la capacità di spesa dei consumatori, sottrae troppe risorse agli investimenti e, in tal modo, ritarda il processo di modernizzazione del Paese, nelle sue infrastrutture materiali e immateriali. «Il momento delle riforme – ha concluso Michele Graglia – è, ancora una volta, questo. A dire il vero, nel nostro paese lo è sempre perché il processo riformatore è lento e contradditorio. Ma in un momento di transizione come l’attuale, le riforme sono quanto mai importanti perché possono aiutare lo sforzo di riposizionamento delle imprese nel processo di cambiamento che sta interessando i mercati o, all’opposto, possono comprometterlo».

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Pubblicato il 26 Giugno 2009
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