WiMax: forse è già troppo tardi

Le soluzioni wireless per il collegamento a Internet si sono diffuse in Lombardia ben prima dell'assegnazione delle frequenze WiMax. Ecco le differenze tra le varie tecnologie, con tante sfide per i nuovi entranti

Wi-Fi, WiMax, Hiperlan… il futuro di Internet è senza fili, ma negli utenti c’è davvero molta confusione. Cosa significano questi termini? Sapranno queste tecnologie migliorare davvero la vita degli utenti? Proviamo a fare chiarezza.

Il Wi-Fi, per iniziare, è un sistema senza fili creato per collegare tra loro i diversi dispositivi. Raramente ci si collega a Internet direttamente dal Wi-Fi (il raggio di distanza dalla sorgente di connessione dovrebbe essere molto corto), ma molti usano il Wi-Fi per creare piccole reti domestiche (per condividere, ad esempio, un collegamento a Internet tra più computer in una casa).
Il WiMax, del quale si è parlato molto per via dell’asta di assegnazione delle frequenze, è invece nato come sistema per il collegamento a Internet senza fili, proprio come il Wi-Fi, ma a raggi di distanza ampi chilometri. Così alcuni potranno, ad esempio, decidere di collegarsi ad Internet con un operatore WiMax, preferendolo ad un operatore ADSL.

Ma che differenza c’è tra il WiMax e prodotti offerti da marchi già noti nel Varesotto, come Eolo? Servizi come Eolo si basano sul principio della Hiperlan: tecnologicamente sono simili al WiMax, ma usano frequenze differenti (per le quali non occorreva un’asta) e strutturano la rete punto per punto. Così facendo, oggi, queste reti offrono un’affidabilità superiore e più garantita rispetto al WiMax che, per altro, stenta ancora a diffondersi.

Anche se l’operatore Aria (l’unico operatore WiMax ad avere una licenza in tutte le regioni italiane) ha promesso proprio questa settimana la copertura della Lombardia entro il 2009, le licenze sono state ottenute da ben più di un anno, e per ora i progressi sembrano lenti. «Sicuramente se le licenze fossero state assegnate prima, un servizio come il WiMax avrebbe avuto un ruolo più importante», spiega il papà di Eolo, Luca Spada, «Oggi non è più così innovativo, mentre la crisi finanziaria sta rallentando la creazione delle reti e l’acquisto dei costosi impianti».

Almeno nella nostra regione (dove oltre ad Aria possiedono licenze WiMax anche ReteLit e Linkem) il WiMax potrebbe arrivare troppo tardi, e non incontrare le esigenze dell’utenza. Questa tecnologia non può offrire affidabilità da subito, spiega ancora Spada: «È una soluzione interessante per quegli utenti che cercano una connessione non di altissima qualità, magari anche a prezzi inferiori, in competizione con le chiavette UMTS offerte dagli operatori di telefonia mobile. Chi è interessato a servizi come il peer to peer o la telefonia Voip già potrebbe non essere soddisfatto da questa tecnologia: le frequenze del WiMax sono molto alte, e le performance possono variare pesantemente anche solo da una stanza di casa all’altra».

Se quindi anni fa il WiMax era considerato l’unica soluzione al digital divide, e mentre effettivamente in altri paesi europei ha trovato larga diffusione, qui in Italia il ritardo cronico (le frequenze sono state “liberate” dal Ministero della Difesa sono nel 2007) potrebbe mettere seriamente in difficoltà i titolari della licenza. Tra UMTS, DSL e competitor come Eolo, trovare la nicchia di mercato giusta (e remunerativa) sarà una bella sfida.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Giugno 2009
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