Ammazzato in via Ravasi per una dose non pagata
Il delitto nel novembre 2008. Interrogato uno dei due presunti killer del tunisino. Il ragazzo ha confermato la tesi del litigio per questioni di droga
Lo avevano incontato per vendergli una dose di cocaina, lo hanno ammazzato, colpendolo entrambi, perchè non voleva pagare il prezzo pattuito. Sono i nuovi particolari, emersi durante l’interogatorio di uno dei presunti killer, oggi, a Palazzo di giustizia; un racconto che farebbe luce su nuovi aspetti del delitto di un tunisino via Ravasi lo scorso anno. L’incidente probatorio è durato dalle 9 alle 15, sostenuto dal Pm Agostino Abate, alla sbarra c’era Daniel Calcano, 19 anni, il giovane dominicano accusato del delitto, in concorso, con Roberto Miguel Cobertera Monsalvez, 41 anni (ma quest’ultimo è quasi certamente un nome finto).
Il ragazzo ha raccontato che non si è tratatto di un regolamento di conti, ma di un litigio per una dose che la vittima non avrebbe voluto pagare. Dunque secondo l’indagato, l’incontro per lo scambio di cocaina, nei garage del condominio di via Ravasi, al buio, sarebbe sfociato in una sanguinosa lite, solo dopo il rifiuto di corrispondere il prezzo pattuito e senza premeditazione. Calcano avrebbe estratto il coltello colpendo una prima volta la vittima. Il complice avrebbe "finito il lavoro" prendendo la lama e finendo il tunisino oramai moridobondo. Il racconto del ragazzo prosegue poi tracciando il film dei minuti successivi alla mattanza. I dominicani si infilano nella macchina guidata dalla fidanzata del giovane e vanno a Ponte Tresa dove qualche ora dopo vengono rintracciati e arrestati.
Il ragazzo ha riferito di aver sferrato la prima coltellata ma che il complice avrebbe a sua volta brandito la lama e colpito il tunisino. L’accusa è molto pesante e metterebbe in seria difficoltà il presunto killer quarantunenne, che ha una storia dietro le spalle molto misteriosa e ancora tutta da verificare. Sarebbe infatti giunto da New York qualche giorno prima e proprio la sua figura di uomo venuto da lontano per entrare all’improvviso nel mondo dello spaccio a Varese, costituisce l’aspetto più misterioso dell’intera vicenda. La famiglia di Tarik Saadeddine si è costituita parte civile, mentre l’undici novembre scadono i termini di custodia cautelare. Il 5 e 6 novembre le prossime puntate, Calcano ha chiesto l’abbreviato.
Il ragazzo ha raccontato che non si è tratatto di un regolamento di conti, ma di un litigio per una dose che la vittima non avrebbe voluto pagare. Dunque secondo l’indagato, l’incontro per lo scambio di cocaina, nei garage del condominio di via Ravasi, al buio, sarebbe sfociato in una sanguinosa lite, solo dopo il rifiuto di corrispondere il prezzo pattuito e senza premeditazione. Calcano avrebbe estratto il coltello colpendo una prima volta la vittima. Il complice avrebbe "finito il lavoro" prendendo la lama e finendo il tunisino oramai moridobondo. Il racconto del ragazzo prosegue poi tracciando il film dei minuti successivi alla mattanza. I dominicani si infilano nella macchina guidata dalla fidanzata del giovane e vanno a Ponte Tresa dove qualche ora dopo vengono rintracciati e arrestati.
Il ragazzo ha riferito di aver sferrato la prima coltellata ma che il complice avrebbe a sua volta brandito la lama e colpito il tunisino. L’accusa è molto pesante e metterebbe in seria difficoltà il presunto killer quarantunenne, che ha una storia dietro le spalle molto misteriosa e ancora tutta da verificare. Sarebbe infatti giunto da New York qualche giorno prima e proprio la sua figura di uomo venuto da lontano per entrare all’improvviso nel mondo dello spaccio a Varese, costituisce l’aspetto più misterioso dell’intera vicenda. La famiglia di Tarik Saadeddine si è costituita parte civile, mentre l’undici novembre scadono i termini di custodia cautelare. Il 5 e 6 novembre le prossime puntate, Calcano ha chiesto l’abbreviato.
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