Duemilalibri, una rassegna per pochi eletti

Pochi spettatori alla maggior parte delle presentazioni in programma nella rassegna del libro e dell'autore gallaratese: colpa di un cartellone con pochi guizzi e ospiti dall'appeal discutibile

Duemila libri 2009Chi ha assistito alla conferenza stampa di presentazione di Duemilalibri aveva lasciato la sala giunta di palazzo Borghi con qualche (a dire il vero molte) perplessità. Il programma del decennale della manifestazione del libro e dell’autore di Gallarate, da due anni curata da Angelo Crespi, fortemente voluto dall’amministrazione gallaratese ed in particolare dall’assessore alla Cultura Isabella Peroni, è stato presentato in pompa magna, con tanto di libretto dorato e manifesti con grafica accattivante (resi pubblici solo 24 ore prima dell’inaugurazione della manifestazione).
Il contenuto però ha destato dubbi fin da subito, perplessità suffragate dalla scarsa presenza di pubblico agli eventi in programma. Pochi autori di romanzi, molti saggisti e moltissimi giornalisti, la maggior parte dei quali dichiaratamente schierata. Fatta eccezione per Gino Paoli e la serata a due Mogol-Pellicini a tema lago, organizzate in precedenza dalla Fondazione Culturale ed inserite all’ultimo momento nel cartellone di Duemilalibri, la mostra di vignette a cura della Pro Loco e qualche evento collaterale organizzato da Cai, Foto Club Il Sestante e alcuni spettacoli dedicati ai bambini, gli altri eventi non hanno avuto il seguito di pubblico sperato dagli organizzatori.
Duemilalibri 2009Dal principe Emanuele Filiberto di Savoia c’erano poche decine di persone, molte delle quali presenti per l’inaugurazione, Filippo Facci, Alain Elkann, Paolo Liguori, Aldo Cazzullo, Pierluigi Panza hanno messo insieme si è no trenta/quaranta spettatori a presentazione, alcuni hanno a malapena toccato la decina. Meglio sono andati Gianluigi Nuzzi con il suo Vaticano Spa e Umberto Ambrosoli con il libro dedicato al padre Giorgio.
Come quella di Varese, la rassegna gallaratese è apparsa poco innovativa, senza spunti, senza guizzi. Crespi ha dato la “colpa” in sede di presentazione alla mancanza di casi letterari pari a quelli dell’anno passato, quando Paolo Giordano e la sua “Solitudine dei numeri primi” stupì tutto il panorama. Insomma, senza colpi “facili” come quello di Giordano, Crespi e i suoi sono stati in grado di mettere insieme un cartellone di presentazioni ricco di nomi, ma poco interessante per i lettori.
In una città che negli ultimi anni ha dato segnali di risveglio, trainata dai teatri e dalle tante iniziative di svago firmate Fondazione Culturale ma non solo, un risultato che deve far riflettere.
Forse la volontà di "uscire dall’essere artigiani" come dichiarato dall’assessore, e poi restare imbrigliati nella partigianeria politica che con la cultura ha e deve avere poco a che fare, non paga.

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Pubblicato il 29 Ottobre 2009
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