Rischio idrogeologico, Varese prima negli interventi

Lo dice Legambiente che elenca anche una serie di criticità a partire dall'alluvione del luglio scorso. Varese è la prima tra i capoluoghi di provincia in Lombardia nella classifica 2009 dell’Ecosistema Rischio




In Lombardia sono oltre 900 i comuni a rischio idrogeologico individuati dal Ministero dell’Ambiente e dall’Unione delle Province Italiane nel 2003, ben oltre la metà del totale (di cui 231 a rischio frana, 435 a rischio alluvione e 248 a rischio sia di frane che di alluvioni). Tra di essi sono compresi tutti i capoluoghi di provincia lombardi, compresa Varese.  Questi dati mettono in luce chiaramente la fragilità di un territorio dove bastano ormai semplici temporali, per quanto intensi, a provocare, nel migliore dei casi, allagamenti e disagi per la popolazione. La cattiva gestione del territorio ha amplificato enormemente i pericoli connessi al delicato assetto idrogeologico.  Ecco i punti critici a Varese.

L’ALLUVIONE DEL LUGLIO SCORSO – Ne ha avuto prova la città di Varese in occasione dell’alluvione del luglio di quest’anno.  "Come mai – si chiede Alberto Minazzi , coordinatore provinciale di Legambiente – per un temporale, certamente di notevole intensità, si sono registrati alla fine richieste di rimborso  danni per 43 milioni di euro? Ormai dovremmo sapere che situazioni di intense piogge non sono più così straordinarie. E’ insufficiente, allora, l’attenzione che si pone per la prevenzione dei rischi idrogeologici e  per la delocalizzazione delle strutture a rischio . Non si possono restringere e cementificare  gli alvei dei fiumi e poi stupirsi degli effetti

LA CITTA ’ DI VARESE  – Varese è la prima tra i capoluoghi di provincia in Lombardia nella classifica 2009 dell’Ecosistema Rischio.   Il risultato è una sufficienza con il voto di 6,5. Nello specifico, si sottolinea la presenza di industrie e case in aree a rischio idrogeologico e la mancanza di azioni per delocalizzare tali strutture.  Tra gli aspetti positivi ci sono la buona manutenzione ordinaria e la realizzazione di opere di difesa idraulica. Le viene inoltre riconosciuta una efficace organizzazione di protezione civile.  Ma la sufficienza, evidentemente, non può tranquillizzare.  « Si dovrebbe procedere con più convinzione alla messa in sicurezza delle situazioni a rischio e soprattutto è necessario delocalizzare. Invece è la denuncia di Legambiente si continua a intervenire su tali aree come se niente fosse. Dall’ampliamento dell’ Iper sulla riva dell’ Olona, alla costruzione ora della tangenziale di Varese , tutte queste operazioni aggravano sofferenze già esistenti».

LA GASPAROTTO-BORRI  «E’ il progetto della Gasparotto-Borri continua ad andare nella direzione sbagliata – spiega Alberto Minazzi , coordinatore provinciale dell’associazione ambientalista – L’area in cui si vuole costruire la bretella  è a rischio idrogeologico . Tutto ciò significa che l’attenzione al territorio è spesso solo di facciata».

IL FIUME OLONA  – Sebbene non manchino segnali positivi come l’istituzione del PLIS (Parco Locale d’Interesse Sovracomunale ) lungo il corso del Medio Olona, il quadro è molto critico, soprattutto per l’elevatissimo livello di cementificazione e consumo di suolo. I dati dell’Autorità di Bacino del fiume Po rilevano, con preoccupazione, che Il 58% dell’intero bacino del fiume Olona, dalle sorgenti sopra Varese all’area Fiera di Milano, è cementificato. «L’urbanizzazione dei comuni dell’Alto Milanese e del Varesotto è continua e si spinge fino alle rive dei corsi d’acqua, come nel caso di Malnate dove si sta discutendo di realizzare addirittura un outlet commerciale sulle rive del fiume – dichiara Damiano Di Simine , presidente di Legambiente Lombardia – E’ prioritario salvaguardare le aree naturali in cui consentire al fiume di sfogare la violenza delle sue piene, limitando i danni a valle dove, troppo spesso, l’alveo è costretto tra argini artificiali e edifici sorti in area di esondazione: un quadro estremamente allarmante, considerato che l’Olona è il fiume che lambisce anche il sito di Expo 2015» .




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Pubblicato il 14 Ottobre 2009
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