Udc ticinese: “Basta permessi ai frontalieri”

Il partito ha invitato il Consiglio federale a introdurre misure di ritorsione contro l’Italia: "non accordare più nuove autorizzazioni di soggiorno o di lavoro ai lavoratori italiani"

giulio tremonti Dopo l’appello di Bignasca un’altra forza politica ha invitato il Consiglio federale a introdurre misure di ritorsione contro l’Italia. La proposta dell’Udc ticinese (partito diverso per posizioni e orientamento dall’Udc italiano) prende di mira in particolare i lavoratori frontalieri italiani e chiede di non accordare più "nuove autorizzazioni di soggiorno o di lavoro ai frontalieri italiani e agli Italiani che cercano lavoro in Svizzera fino a quando l’Italia non adempia rapidamente e in maniera non burocratica ai  suoi obblighi derivanti dall’accordo di Dublino”. Sotto il profilo fiscale il partito chiede di  “ridurre il ristorno fiscale proveniente dal reddito dei frontalieri (il Ticino ristorna oggi il 40% all’Italia, mentre i Grigioni restituiscono soltanto il 12,5% all’Austria) oppure sospendere totalmente questi  versamenti fino a quando l’Italia non rinuncerà alle sue misure intimidatorie alla frontiera. Esigere che l’Italia si impegni chiaramente con la Svizzera a garantire il collegamento a sud della trasversale alpina e  presenti delle soluzioni concrete.”

"Il Ticino, per contro, – scrive l’UDC – sopporta gli ingenti costi sociali e la forte disoccupazione (4,8% nel settembre 2009), risultanti in particolare dalla crescente presenza di frontalieri italiani (44’000) e di cittadini italiani che si sono stabiliti in Ticino grazie alla libera circolazione delle persone. Anche nel settore del transito alpino delle merci, si constata che la Svizzera mantiene sempre i suoi impegni, mentre che l’Italia ricambia la Svizzera con promesse. Secondo le indicazioni delle autorità  elvetiche, notevoli problemi si pongono con l’Italia anche per quanto concerne la riammissione dei richiedenti l’asilo conformemente all’accordo di Dublino. L’Italia non si dimostra per nulla cooperativa nei  noi confronti. Questo atteggiamento esige delle contromisure". 

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Pubblicato il 23 Ottobre 2009
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