“Carla stava per fare testamento”
Intervista a un amico di famiglia che conosceva a fondo la vita della vittima. "L'assassino ha portato via anche un anello che mia madre le aveva regalato"

«Sì, è vero, la Carla voleva fare testamento – conferma l’imprenditore – era andata con mia mamma da un notaio della zona un mese fa, ne avevano parlato spesso, era da circa un anno che stava meditando questo passo. Voleva dare una parte della sua eredità alla chiesa e agli orfanelli, anche se non so dire in che quantità. Una parte l’avrebbe data ad alcuni parenti ma non tutto, diceva si trattava di persone già benestanti». Parole da prendere senza congetture o dietrologie, ma che semplicemente sono un piccolo tassello di un puzzle molto complicato e che, se possibile, rendono ancora più ingarbugliato il quadro.
Turuani Porretti tuttavia non è una voce qualunque e ha una parte importante nelle confidenze della vittima: «Passavamo le feste insieme, io per lei ero come un figlio e anche quella mattina ero passato per portare patate e uova perché mi aveva detto che voleva fare una torta. Ma è mia madre che per lei era come una sorella, erano legatissime, c’era una sintonia tra loro, amavano leggere, la cultura, si trovavano insieme per il tè e Carla si faceva portare da lei in auto.
Andavano a Gavirate, a prendere il tè da Bligny o da Cardy, oppure a fare commissioni. Pochi giorni fa erano andate insieme a comprare una camicia per me, ma anche a vedere una casa di riposo a Varese, si telefonavano due o tre volte ogni giorno».

Turuani Porretti smentisce che la vittima avesse case affittate o prestasse soldi: non c’era nessuna ombra nella sua vita.
Il macabro particolare delle mani tagliate è l’aspetto più terribile di questa storia. Ma il killer si è portato via anche un pezzo della storia di amicizia e affetti tra la madre di Turualdi Porretti e Carla Molinari, facendo scomparire un oggetto che stava proprio in una mano della vittima: «Mia madre tempo fa le aveva regalato una sua fede di matrimonio. Mi ricordo che Carla le fece notare quanto era bello, allora mia madre se lo sfilò, e le disse di prenderlo. Adesso non si trova più, perché Carla ce l’aveva sempre al dito».
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