Omicidio delle mani mozzate, fermato un imbianchino
Fermo di polizia per un uomo originario di Cocquio, Giuseppe Piccolomo, 58 anni, che conosceva la vittima. E' stato interrogato nella notte in questura e portato in carcere in serata a disposizione del gip

Le prove che, secondo le accuse, lo incastrano, raccolte dagli agenti della squadra mobile di Varese e dallo Sco, sono definite «inequivocabili». In particolare, risultano contatti diretti e presenza nello stesso posto, nell’ora indicata dai periti come quella in cui è stato consumato il delitto dell’ex tipografa, 82 anni, in pensione. Gli investigatori gli stavano addosso da giorni, in particolare a seguita di una segnalazione derivata dalla pista dei mozziconi: l’assassino, infatti, aveva posto delle sigarette già fumate, nella casa del delitto, per confondere le indagini. Basso di statura e con un
piede compatibile con quello delle impronte trovate nella casa, questi altri particolari che sono, al momento, al vaglio degli inquirenti. Il fermo è un passo importante, però, non è una prova di colpevolezza. La posizione di Piccolomo andrà infatti valutata, nelle prossime ore, anche dal giudice delle indagini preliminari. A carico dell’uomo ci sarebbero forti indizi di colpevolezza ma le indagini sono ancora in corso e non si esclude che tra le frequentazioni dell’imbianchino salti fuori qualche altra sorpresa che possa portare al delinearsi preciso del movente.

Il delitto risale al 5 novembre scorso e ha destato allarme per le modalità efferate. Rimane da chiarire se, quella notte, Piccolomo fosse da solo, e che fine abbiano fatto le mani della donna e le armi del delitto. Un cacciavite, forse, e anche un coltello usato per tagliarle la gola.
Un ultimo particolare contribuisce a tracciare un quadro dell’indagato: nel 2003, la moglie era morta bruciata viva in un controverso incidente stradale, a Caravate. Per quell’episodio, aveva patteggiato un anno e quattro mesi per omicidio colposo.
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