Il Pd suona la riscossa dei pendolari
Stefano Tosi e Alessandro Alfieri chiedono che vengano triplicate le spese regionali per il trasporto ferroviario
Il Partito Democratico vuole migliorare i treni in Lombardia e si schiera dalla parte dei pendolari. La regione deve considerare ogni giorno 560mila viaggiatori su rotaia, ancora pochi se si pensa che l’88% dei pendolari su Milano si sposta in auto. Eppure il servizio è ancora, secondo il Pd, scadente. In tutte le stazioni della regione, gli esponenti democratici, manifesteranno giovedì mattina per illustrare le proposte di Fillipo Penati, candidato alla regione e sfidante di Roberto Formigoni. L’accusa al governatore uscente è di aver amministrato 15 anni senza aver migliorato la situazione. I dati dicono che in Lombardia si spende lo 0,54% delle risorse disponibili a bilancio, mentre la Campania ad esempio investe l’1,52%. Le penali applicate alle aziende che fanno ritardi sono più basse delle altre regioni del nord, e tutte le linee sono in terza fascia, cioè quella che classifica le cadenze delle corse come meno frequenti. Se si guarda poi la rete, abbiamo 1600 chilometri di rete, gli stessid el Piemonte, che però ha la metà dei pendolari. In una parola: c’è un ritardo infrastrutturale.
Stefano Tosi, segretario provinciale, spiega che il centrosinistra è determinato a chiedere importanti cambiamenti, triplicando la spesa per le ferrovie: «Il servizio regionale è in difficoltà e bisogna investire di più – spiega il consigliere, e segretario provinciale, a sua volta candidato per un seggio al Pirellone – ci vuole più materiale rotabile, e va affrontata con una spesa che è stimata in 2 miliardi di euro da qui al 2015. Secondo noi, bisogna cambiare politica, e dare finalmente più attenzione all’utenza. Pensate ad esempio che dalla fine del 2008 alla fine del 2009 la Regione non hanno più fornito dati sulla puntualità, e non è pensabile che in un sistema del genere non ci siano più informazioni sul servizio a cui l’utenza ha invece pieno diritto. La gente ha anche diritto a viaggiare in ambiente pulito e confortevole – conclude – ma è anche un giudizio sulla nuova società tra nord e stato, che rischia semplicemente di unire due grandi debolezze».
Tra le proposte del Pd, “Una carta dei diritti dei pendolari”, che fissi degli standard minimi di assistenza e qualità.
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