“Vietare i locali pubblici ai cani è illegale”
Fabrizio Mirabelli, consigliere PD in consiglio comunale, interviene contro l'ordinanza comunale che ammette i cani nei negozi che lo consentano, ma vieta bar e ristoranti ai quattrozampe
La legislazione statale non prevede alcun esplicito divieto di ingresso dei cani nei locali aperti al pubblico in cui si somministrano alimenti e bevande.
L’articolo 83 del Regolamento di polizia veterinaria si limita a stabilire l ‘obbligo di museruola e guinzaglio per i cani condotti nei locali pubblici e nei pubblici mezzi di trasporto.
In riferimento alle norme di igiene alimentare, il divieto riguarda i luoghi dove gli alimenti sono preparati, trattati o conservati: sono quindi esclusi i locali in cui si somministrano al pubblico alimenti e bevande.
I cani, pertanto, possono essere introdotti nei locali pubblici, fermo restando:
-l’adozione delle misure obbligatorie di tutela dell’incolumità pubblica da eventuali aggressioni da parte dei cani;
-la tutela del decoro del locale, potendo il gestore rifiutare l’ingresso di animali sporchi o palesemente ammalati.
Non sussistendo rischi per la salute pubblica, le ASL non possono pretendere che il gestore del locale applichi un cartello con divieto di ingresso dei cani nel suo locale.
Dovrebbe anche esserci una nota dell’ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani – nella quale viene ribadito il suddetto concetto.
Vietare l’ingresso ai cani nei locali pubblici e, quindi, negli esercizi commerciali, è illegale.
Valgono sempre le regole non scritte di reciproco rispetto e civile convivenza.
A mio modesto parere, solo il gestore del locale, di propria iniziativa, può decidere di applicare il divieto semplicemente in quanto proprietario.
Stupisce, pertanto, che a Varese, città turistica, con l’ordinanza n.6 del 3/3/2010, sia stata prevista una sanzione dai 25 ai 500 euro per i commercianti che accolgono i cani nei locali pubblici, imponendo loro, di fatto, di applicare un’incomprensibile scelta politica del Comune.
Il Comune di Varese, infatti, costringendo i padroni degli “amici a quattro zampe” ad andare a mangiare una pizza o prendere un caffè a Gavirate, Porto Ceresio, Laveno o Luino dove non esiste analogo divieto, rischia di arrecare disagi a molti varesini e di respingere parecchi turisti provocando un danno economico ai commercianti varesini.
Per questo, il PD chiede con forza la revoca dell’ordinanza n.6 del 3/3/2010 e appoggia la raccolta di firme che è già in corso contro di essa.
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