Gli italiani su quelle navi sono nostri amici

Filippo Bianchetti e Flavio Ibba, che hanno partecipato alla spedizione per Gaza rimasta bloccata al Cairo a gennaio, seguono con preoccupazione la situazione. E sono pronti a mobilitarsi

Indignazione e preoccupazione. Oscillano tra due sentimenti quasi opposti le reazioni dei varesini che nei mesi passati sono stati impegnati nelle iniziative di solidarietà per la popolazione della Striscia di Gaza. Il movimento di solidarietà al popolo palestinese scenderà in piazza con un presidio davanti alla Prefettura alle 17.
 Filippo Bianchetti, il medico varesino che è stato a Gaza nel marzo del 2009, all’indomani dei bombardamenti israeliani, conosce bene due Joe Fallisi e Manolo Luppichini, dei cinque pacifisti italiani che sono a bordo di una delle navi fermate in alto mare dall’assalto israeliano. «Joe Fallisi è un tenore, è stato a Gaza due volte, una volta siamo stati lì insieme: è una di quelle persone che si sono affezionate davvero al popolo palestinese». Nell’ottobre del 2008 – quindi prima dell’ultima fase di scontro aperto – Fallisi aveva raggiunto la Striscia proprio a bordo con un convoglio partito da Cipro. «L’altra persona a bordo è Manolo Lupacchini, che a Gaza ha girato nel marzo 2009 anche un documentario, “Il prezzo del prezzemolo”, sulla situazione della popolazione dopo i bombardamenti dell’Operazione Piombo Fuso: il film è passato anche su Rai3 nella trasmissione Presa Diretta». Bianchetti – che ha girato la provincia portando la sua testimonianza di medico a Gaza- è anche in contatto con Vittorio Arrigoni, il giornalista italiano che vive da mesi a Gaza e che tra pochi giorni avrebbe accolto gli aiuti nel porto disastrato dai bombardamenti dell’aviazione israeliana.

 
«Su quella nave avrei potuto esserci io» commenta Flavio Ibba, il consigliere comunale varesino rimasto bloccato al Cairo lo scorso anno. «Gli impegni di lavoro mi hanno trattenuto, anche perchè non si sapeva esattamente quando il convoglio sarebbe salpato da Cipro». Sia Ibba che Bianchetti hanno partecipato alla missione che a dicembre doveva raggiungere la Striscia di Gaza passando dal Cairo: le autorità egiziane avevano bloccato la grande spedizione internazionale – tra cui i varesini – per diversi giorni. Eppure il gruppo varesino ha continuato a seguire la situazione della Palestina occupata, anche con incontri che hanno cercato un dialogo e un confronto con tutte le parti politiche. Commentando i fatti di oggi, Flavio Ibba usa parole durissime: «È un bagno di sangue di civili, che portavano aiuti a persone chiuse nel più grande campo di concentramento del mondo, la Striscia di Gaza. I civili caduti sono morti per l’umanità, quello israeliano è un crimine contro l’umanità. È sotto gli occhi di tutti quel che è capace di fare il governo israeliano». Bianchetti è invece preoccupato per il possibile evolversi di tutta la situazione mediorientale: «Israele ha fatto un grave errore, che rischia di avere conseguenze gravi». Sono ancora allo studio iniziative di protesta a Varese. Ibba guarda anche al futuro: «Ci attiveremo sicuramente, in futuro qualcuno di Varese parteciperà al prossimo imbarco».

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Pubblicato il 31 Maggio 2010
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