La sede dei vigili ai Molini Marzoli? “Ottima e adeguata”. Anzi no

Per l'assessore Fazio, che rispondeva in consiglio ad una mozione di Porfidio, la scelta era stata opportuna e ben accolta, ma dai sindacati arriva uno stop: "Troppe altre attività intorno, e mancano i parcheggi"

La sede della Polizia Locale ai Molini Marzoli è adeguata: per l’assessore, s’intende. I vigili sembrano pensarla diversamente. L’argomento è stato toccato mercoledì sera in consiglio comunale sulla base di una mozione a firma di Audio Porfidio (La Voce della Città). Da tempo il consigliere aveva rilevato un’incongruità di fondo, "girando" poi le sue perplessità anche alla Procura, nella scelta di sistemare in loco i vigili urbani: se non altro perchè l’importante intervento che aveva portarto a restituire alla città lo stabile, eseguito una decina di anni fa, aveva alle spalle un consistente finanziamento europeo (22 miliardi di lire di allora), che fra le condizioni aveva l’impiego della struttura per scopi culturali e di rilancio produttivo. Bene dunque il Centro Dialetti, benissimo il Centrocot e il Polo Scientifico – Tecnologico Lombardo, poi chiuso dai soci. Ma per la sede della Polizia Locale, come la mettiamo? Da un lato l’assessore alla partita difende la scelta dell’amministrazione, dall’altra, se sul piano "legale" la questione è tutta da vedere, tra i vigili sembra esserci insoddisfazione per alcuni aspetti della nuova sistemazione.

L’assessore alla sicurezza Walter Fazio, già incorso nelle ire di Porfidio, durante la stessa seduta, per la vicenda delle multe di via Roma, replicava così: «Una sede ottimale per il comando di Polizia locale quella dei Molini Marzoli: i nostri agenti la meritano e consente loro di lavorare meglio. Il trasferimento è stato voluto dal sindaco e dall’amministrazionme e condiviso anche dai sindacati. Poche le voci discordi, qualcuno ha parlato di ulteriore impoverimento della città, ma non merita commenti».
La discussione in aula vedeva il solito Diego Cornacchia (PdL, corrente "Libero Confronto") sollevare egli stesso il problema di un cambio did estinazione d’uso rispetto alle prescrizioni del finanziamento: «le finalità erano sociali e di cultura. Qualcuno dice che dopo cinque anni il vincolo era decaduto, ma non mi risulta». Restano le perplessità: «la collocazione della polizia locale è del tutto inadeguata» argomentava il consigliere, «il malcontento fra gli agenti è diffuso, se ne cerchi un’altra di sede. Lì dentro ci sono vari servizi che nulla hanno a che fare con la polizia locale» Cornacchia incassava l’appoggio di Porfidio (il "duetto" con scambi di cortesie, per una volta vere, si era già visto all’opera)e quello del gruppo consiliare del PD con Mariani: «Qui si usa strumentalmente un’opera per venire incontro a un problema logistico della sicurezza. Abbiamo una caserma dei carabinieri monca, chiusa, e un commissariato allocato all’interno dello stabile comunale…» La maggioranza (non tutta, come si è visto), bocciava la mozione che proponeva il "ripristino della destinazione d’uso del fabbricato Molini Marzoli ad attività consone alle motivazioni che a suo tempo determinarono l’acquisizione del contributo, con conseguente spostamento presso altra sede sia del Comando Vigili che di ogni ulteriore permanenza non conforme”.

Il parere dell’assessore, pur autorevole, non è condiviso da un sindacato rappresentativo tra il personale come SdL. Fausto Sartorato, egli stesso agente di polizia locale, sottolinea che se gli uffici sono moderni e ben attrezzati, ci sono altri problemi: la convivenza con realtà diversissime come l’università dell’Insubria, aziende e centri di ricerca vari, «che puà rendere complicato anche portare al comando persone fermate per controlli», e la questione del parcheggio, scoperto, insufficiente per spazi e di accesso non semplicissimo. «Per noi sedi ideali sarebbero delle ville come la Manara e la Calcaterra», peraltro già assegnate. Fino a nuovo ordine: perchè anche a Busto Arsizio, non c’è nulla di più permanente della provvisorietà.

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Pubblicato il 17 Maggio 2010
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