Omaggio a Enzo Tortora: al Sociale il film “un uomo perbene”

L'appuntamento martedì 18 alle ore 21. Il film narra la drammatica vicenda del giorrnalista e conduttore televisivo , travolto da un clamoroso errore giudiziario che lo vide incarcerato, e pienamente assolto solo dopo anni di sofferenze

Prosegue l’omaggio a Enzo Tortora voluto dall’amministrazione comunale di Busto Arsizio: dopo l’intitolazione della web tv della Città, che ha visto la partecipazione di Francesca Scopelliti, ultima compagna del giornalista, e di Vittorio Pezzuto, autore di un’accuratissima biografia, martedì 18 maggio alle 21 al teatro Sociale (piazza Plebiscito 1) sarà proiettato il film "Un uomo perbene" di Maurizio Zaccaro, con Michele Placido, Mariangela Melato, Giuliano Gemma, Leo Gullotta, Stefano Accorsi, Giovanna Mezzogiorno. Il film racconta l’odissea del giornalista e presentatore genovese, arrestato con accuse infamanti di collusione con la camorra e a lungo in carcare o ai domiciliari prima della definitiva assoluzione e del ritorno alla televisione.
La presentazione è a cura di Andrea W. Castellanza, direttore dell’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni.
L’ingresso è gratuito.

Di seguito alcuni commenti al film:

Lietta Tornabuoni – La Stampa
“Michele Placido fa rivivere Enzo Tortora e l’errore giudiziario che condannò a oltre tre anni di tormenti il presentatore televisivo, prima che una sentenza della Corte di Cassazione ne confermasse nel l987 l’innocenza dalle accuse di narcotraffico e collusione con la camorra avanzate da alcuni magistrati napoletani. Il film ha valore di testimonianza, ha una forte utilità sociale. Anche se il caso Tortora rimane uno dei pochi casi giudiziari dall’esito positivo (errore giudiziario riconosciuto e corretto, vittima ripristinata in ogni dignità e innocenza): serve a illustrare e dimostrare quale aberrazione della giustizia, quale infamia possa diventare un certo uso dei criminali informatori di polizia e magistratura, di quei pentiti sulla cui parola ancora oggi si basano decine di processi.”

Maurizio Porro – Il Corriere della Sera
“Bisogna difendere, si dice alla fine di "Un uomo perbene", il valore e il suono delle parole. Per esempio uomo, o perbene, che si sintonizzano così con un cinema che crede nei valori civili e nella funzione morale: perdonare, ma non dimenticare. Perciò ha fatto bene Maurizio Zaccaro, non a caso autore di film che ci invitano a ripensare, come "Articolo 2" o "Il carniere", a colmare un buco della memoria storica riallestendo, con gli atti processuali, il caso Tortora. E l’ha fatto come ai bei tempi di Rosi e del cine-giornalismo, informandosi sui fatti, dando spazio alla polemica civile contro un clamoroso errore giudiziario, frutto del pentitismo facile, che per nulla al mondo deve ora essere utilizzato come arma impropria del partito anti magistrati. »

Il Morandini – Dizionario dei Film, Zanichelli

“Vicenda giudiziaria di Enzo Tortora (1928-88), popolare conduttore televisivo, dal 17-6-1983 quando fu arrestato in modi plateali per collusione con la camorra e spaccio di cocaina, al 1986 quando fu assolto in appello con formula piena, assoluzione confermata in Cassazione il 20-2-1987. Scritto dal regista con Umberto Contarello e Silvia Tortora, figlia di Enzo. Per scelta e direzione degli attori (ottimi il Pandico di L. Gullotta e il Melluso di V. Peluso), impaginazione narrativa su sconnessioni temporali (il modello è Salvatore Giuliano), ritmo stringente (almeno nella 1ª parte), è forse il film più professionale di M. Zaccaro e il meno personale, pur non mancando di momenti d’autore. Soltanto in parte raggiunto l’obiettivo di trasformare un angoscioso caso privato in una storia emblematica dai risvolti pubblici allarmanti (uso distorto dei pentiti, responsabilità dei magistrati, giornalismo drogato e cialtrone). È come se dai propositi di fondo (tenersi ai documenti, ridurre al minimo l’intervento della finzione) trapelassero un’eccessiva cautela e la mancanza di un preciso punto di vista. Ne è uscito un film utile, ma non necessario. Grolla d’oro a S. Accorsi.”

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Pubblicato il 18 Maggio 2010
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