Nuove prove contro i “bad boys”, le difese puntano allo sconto di pena
Udienza del processo alla locale di 'ndrangheta Legnano-Lonate. Il Pm Venditti chiede di accorpare i nuovi elementi emersi con l'indagine "Il Crimine". Se i giudici daranno l'ok le difese chiederanno il rito abbreviato
Potrebbe chiudersi molto prima del previsto il processo ai 25 accusati di far parte della locale di Legnano-Lonate Pozzolo, potente organizzazione della ‘ndrangheta che aveva messo radici nella zona tra i due centri e che faceva parte della più ampia organizzazione a livello lombardo. Proprio i nuovi sviluppi del’indagine di luglio, denominata "il Crimine" e che ha portato all’arresto di 300 persone tra Calabria e Lombardia, è alla base dei nuovi sviluppi processuali che, se da un lato aggravano la posizione degli imputati, dall’altro potrebbero riaprire i termini e permettere agli avvocati di chiedere il rito alternativo abbreviato e ottenere un cospicuo sconto di pena in caso di condanna.
L’udienza di questa mattina davanti al collegio giudicante presieduto dal giudice Toni Adet Novik ha visto il pubblico ministero Mario Venditti annunciare la richiesta di una contestazione che permetterà se il giudice lo riterrà possibile, di far confluire tramite lo stralcio i nuovi elementi emersi a carico degli imputati con la nuova indagine portata avanti dalla Dda di Milano nella persona del pm Ilda Bocassini e dai Carabinieri di Monza con l’indagine "Infinito". Subito dopo la richiesta da parte del pm è intervenuta la difesa di Rispoli con l’avvocato Michele D’Agostino (foto in alto) che ha espresso la volontà, una volta accorpati i due processi e con la conseguente riapertura dei termini, di chiedere il rito abbreviato per il suo assistito. La sua posizione è stata condivisa da tutti gli avvocati difensori tranne che dal legale di Ciancio, Francesca Cramis, la quale ha sottolineato che per il suo cliente si contesta un solo episodio nel quale ha un ruolo marginale e per questo da oltre un anno e mezzo è in custodia cautelare in carcere: «Chiedo tempi brevi per questa decisione» – ha detto l’avvocato.
Il collegio ha riaggiornato il processo al 23 novembre e in quell’udienza comunicherà la decisione presa. La difficoltà sta nella possibilità di far rientrare tutto il processo (Bad Boys del 2009 più Il Crimine del 2010) nella possibilità di accesso al rito abbreviato: una sentenza della Corte Costituzionale non lo permetterebbe ma è possibile che il collegio decida di considerare il reato continuato dal 2006 al 2010 e, in questo modo, dimostrare che non è possibile slegare i due processi. Se non verrà accolta la richiesta di un rito abbreviato unico si procederà su due binari: uno a velocità normale in sede dibattimentale e uno più veloce con rito abbreviato per i nuovi elementi emersi.
L’avvocato D’Agostino, a fine udienza, spiega anche il perchè della richiesta dell’abbreviato: «Il processo sull’indagine Bad Boys lasciava spazio alle difese per poter dimostrare la completa estraneità degli imputati mentre con i nuovi elementi che entreranno negli atti a disposizione del tribunale questi spazi per le difese si riducono di molto. Per questo chiediamo la possibilità di un rito alternativo» – una resa che poi significa anche sostanziali sconti di pena che ridurranno di un terzo il verdetto finale. Se da una parte c’è un’ammissione del reato associativo mafioso da parte dei legali dall’altra non sono trascurabili i vantaggi per gli imputati. A dibattimento andranno solo i "pesci piccoli" dell’organizzazione, ovvero quelli che non hanno l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, ma che hanno portato acqua al mulino della cosca attraverso, principalmente, le rapine.
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