Una parente: «Sbagliato portare gli studenti al processo»
Abbiamo raccolto la testimonianza di una donna che ha una persona a lei cara tra gli imputati del processo alla 'ndrangheta del Varesotto: «Abbiamo fiducia nel giudice Novik, la verità emergerà»
Abbiamo parlato con una parente di uno dei 25 imputati del processo alla locale di ‘ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo. Dopo la chiacchierata la donna ha preferito non apparire ma noi pubblichiamo una parte delle sue dichiarazioni usando un nome di fantasia per tutelare la sua privacy.
Maria è appena tornata dall’udienza del processo "Bad Boys" nel quale un suo parente è alla sbarra con l’accusa gravissima di associazione a delinquere di stampo mafioso: «Ho sempre vissuto del mio lavoro – racconta – ora me l’hanno tolto, ma noi non molliamo». Maria è serena nonostante tutto convinta com’è dell’innocenza di questa persona e convive con l’idea che lui debba stare in carcere ancora un bel po’.
Stamattina, martedì, l’ha salutato e lui era lì, dietro le sbarre: «Non è giusto che portino gli studenti al processo facendo passare l’idea che quelle persone sono dei mafiosi – racconta Maria – nessun tribunale li ha ancora condannati ma qualcuno li vorrebbe già definire tali». Alla donna non è andato giù il titolo "Gli studenti in aula per guardare la ‘ndrangheta negli occhi": «Credo che sia profondamente sbagliato come titolo – e parla della lettera che una delle mogli degli imputati ha scritto – la condivido, bisogna aspettare che la giustizia faccia il suo corso e sappiamo che in Italia ci vogliono anni. Noi non abbiamo fiducia nei magistrati ma, almeno personalmente, ritengo che il giudice Novik sia una persona giusta, che saprà giudicare in maniera equa». E se dovesse arrivare una condanna? «Io sono serena – continua Maria – lui è un uomo al quale basta vedere un bambino pechè gli si sciolga il cuore. Non ha fatto nulla e la verità emergerà».
Già ma questa mattina gli avvocati hanno detto che chiederanno il rito abbreviato nel caso in cui il tribunale accorpi le due inchieste Bad Boys e Il Crimine in unico processo: «Ne parlerò con i miei legali, non ho ancora ben chiaro quello che è successo stamattina me credo che sia una cosa positiva». Maria appare come una donna forte ma è chiara la sofferenza per la situazione in cui si trova: «Ci hanno sequestrato le uniche due cose che abbiamo, come pensa che possiamo vivere, io non percepisco più alcuna entrata».
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