I giovani del PdL contro il caro-scuola

Nelle giornate di mercoledì, giovedì e venerdì, i ragazzi di “StudentinAzione”, movimento studentesco di Giovane Italia (giovani del PdL), si troveranno davanti gli istituti di Varese, Gallarate e Busto Arsizio per distribuire volantini contro il caro-libri.
 
200 euro di troppo
Un’azione che dà il via alla campagna contro il caro-libri che i ragazzi della Giovane Italia già da mesi stanno portando avanti con ricerche e raccolte di dati nei vari istituti, per capire se il problema è effettivamente presente e in che misura. «Abbiamo fatto ricerca facendo visita ad alcune scuole superiori di Varese, Gallarate e Busto Arsizio, e raccogliendo le lamentele e osservazioni degli studenti – spiega Matteo Tempesta di Giovane Italia – e abbiamo rilevato che quasi nessuno degli istituti rispetta il tetto massimo di spesa per i cinque anni di frequenza, sforando di almeno 200 euro il massimo consentito». I dati, secondo Tempesta, sono chiari e indicano che il problema effettivamente esiste.

Volantini fuori dalle scuole
Per questo “StudentinAzione” ha deciso di iniziare una campagna di volantinaggio proprio fuori da questi istituti con lo scopo di “informare riguardo la situazione del caro-libri, denunciare il fatto che i tetti massimi di spesa non sono rispettati e di conseguenza che non sono previste sanzioni per chi non rispetta, ma soprattutto per invitare i giovani a fare segnalazioni utili”. Pian piano la ricerca si estenderà anche a scuole di Saronno e nel Luinese, per renderla sempre più completa.

Alternative
Ma quali potrebbero essere le alternative al caro-libri? «Le alternative ci sono e vanno di pari passo con il progresso tecnologico – spiega Tempesta – per esempio utilizzare un e-book porterebbe sia un risparmio economico nei 5 anni di scuola, sia un vantaggio ambientale, con risparmio di carta, basterebbe scaricare i libri e leggerli su IPad”. Questa è solo una delle opzioni, infatti un caso esemplare sarebbe l’ITC Tosi di Busto in cui “i libri delle prime e seconde vengono scritti dai professori e poi venduti agli studenti a prezzi bassi e accessibili”, oppure “proporre i libri in comodato d’uso».