“Il contributo volontario? È questione di responsabilità”

La preside dell'Ipc Verri nega che siano state negate le fotocopie alle studentesse che non vogliono pagare il contributo volontario

«Si sta facendo una tempesta dentro un bicchier d’acqua e mi dispiace che tutto quello che facciamo quotidianamente in questa scuola per 1300 studenti venga poi ridotto a una questione di principio come questa». La preside Eugenia Bolis è dispiaciuta del polverone alzato dalle 8 studentesse che si sono rivolte al Comitato Consumatori: « La scelta di comprendere nei 140 euro tutte le voci extra è stata presa dal Consiglio di Istituto che vuole responsabilizzare i ragazzi a sostenere le attività della scuola. Non è giusto che alcuni studenti finiscano per pagare per tutti».

La preside, inoltre, smentisce l’accusa mossa agli insegnanti di discriminazione verbale nei confronti delle "ribelli": «È un corpo docente molto qualificato e preparato. Probabilmente, gli insegnanti hanno tentato di responsabilizzare queste ragazze nei confronti delle compagne e mi sento di assicurare che mai sono state negate le fotocopie durante i compiti in classe».
A scatenare la rabbia, comunque, la soppressione della "terza area" avvenuta lo scorso anno per volontà ministeriale: « Noi avevamo organizzato questa area in modo professionalizzante. I ragazzi avevano la possibilità di incontrare esperti e di fare esperienze che li potessero orientare al lavoro futuro. Comprendo, quindi, la loro delusione di fronte alla fine di quest’esperienza, ben 132 ore di terza area, in cambio dell’alternanza scuola-lavoro. Purtroppo, però, noi abbiamo subito questa decisione perchè i fondi erano statali. Noi, con i nostri fondi, organizziamo incontri e servizi, ma non sono ricomprese nella terza area. Ora, chi non paga il contributo non può usufruire di queste offerte educative, così come non possono chiedere consiglio alla psicologa o al medico. Inoltre non hanno la copertura assicurativa scolastica, ma nulla vieta loro di farne una privata che risponda alle stesse esigenze di quella interna».

L’Ipc Verri garantisce tutti i servizi minimi previsti dalla legge nazionale. Per gli "optional" se ne deve pagare il costo, una tradizione che ormai è diffusa in tutte le scuole

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Dicembre 2010
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