Rincara la benzina. “È colpa del freddo”

La verde ha raggiunto il tetto massimo di 1,45 euro ( a novembre il prezzo medio era 1,370 euro). «Esistono difficoltà estrattive nel Mare del Nord a causa del gelo». Aumenti attesi anche in Svizzera

La stangata sul prezzo della benzina sotto le feste è un’abitudine per gli italiani. La «verde» ha avuto un rincaro che l’ha portata oltre la soglia storica di 1, 45  euro con un minimo di 1,380; mentre il gasolio si assesta su 1,33 euro al litro con un minimo di 1,249. A novembre il prezzo medio era 1,370 euro. Secondo Giorgio Speroni, fiduciario provinciale dei benzinai della Confcommercio, le cause dell’aumento non sono riconducibili a una decisione presa a tavolino. «Il rincaro prenatalizio è il solito disco che in questo caso suona un po’ male. Questo aumento è frutto di una serie di concause a partire dalle difficoltà estrattive nel Mare del Nord dovute al grande freddo. Inoltre, le temperature così rigide hanno aumentato la domanda di gasolio per il riscaldamento domestico. A questo si deve aggiungere che  il cambio del dollaro nei confronti dell’euro è sfavorevole». Non ci sarebbero, secondo Speroni, speculazioni delle compagnie petrolifere. «Io non dovrei fare l’avvocato difensore delle compagnie, ma questa volta loro non c’entrano proprio. C’è stata una verifica recentissima sulle ipotesi di speculazione e sull’argomento c’è un tavolo di lavoro. I rincari sono dovuti a fattori climatici e alle difficoltà estrattive. La forbice sulla verde è piuttosto ampia noi l’abbiamo a 1,415 mentre il gasolio è a 1,314. Mi auguro che il rincaro rientri, non appena le cause che l’hanno determinato cessino di esistere».
L’ipotesi delle difficoltà estrattive nei Mari del Nord sarebbe stata confermata anche dal presidente dell’Unione petrolifera italiana Pasquale De Vita. Giova ricordare che sul prezzo di un litro di benzina il 58 per cento sono costi fiscali il 42 per cento costi industriali. La materia prima ovvero il petrolio incide per lo 0,433 (ovvero il 32% del prezzo) ed è su questo segmento che si fanno sentire le quotazioni internazionali e il cambio euro dollaro.

Se queste motivazioni sono veramente alla base dei rincari, lo stesso dovrebbe avvenire anche nella vicina Confederazione Svizzera. «L’afflusso è leggermente diminuito a causa dell’euro debole – spiega Tettamanti, benzinaio del Mendrisiotto – forse perché c’è un effetto psicologico. Lavoriamo comunque con i frontalieri negli orari di cambio turno. Il petrolio ha raggiunto quota 92 dollari al barile, questo determinerà un aumento di qualche centesimo anche da noi».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Dicembre 2010
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