Arcore, I Rom, il federalismo e l’Egitto: le risposte di Maroni
Il ministro dell'Interno ha risposto, a margine dell'incontro per la Induplas, alle domande dei giornalisti sull'attualità
Il colloquio dei giornalisti con il ministro dell’Interno non si è fermato alla vicenda Induplas: Roberto Maroni ha risposto anche alle domande sulle questioni più d’attualità che riguardano la sua carica istituzionale. Ecco le risposte
I DISORDINI DI ARCORE
«Non c’è nessun commento da dare a questi fatti, se non la condanna di ogni forma di violenza. La protesta è sempre legittima, ma quando diventa atto di violenza e si lanciano sassi e bottiglie contro i poliziotti non c’è nessuna giustificazione. Sono fatti che vanno colpiti, e continueremo a farlo. Oggi c’è il processo per direttissima su questi fatti, e spero che chi si è reso responsabile dell’aggressione ai poliziotti subisca una condanna esemplare»
L’EGITTO IN RIVOLTA
«E’ una situazione che mi preoccupa. Perchè l’instabilità politica nei paesi del Magreb può determinare una ripresa dell’immigrazione clandestina, addirittura con infiltrazioni da parte di organizzazioni terroristiche e di criminali scappati dalle carceri. Noi, innanzitutto, abbiamo aumentato i livelli d’attenzione.Domani poi sarò a Napoli, alla conferenza mediterranea, che vede la presenza di 110 delegazioni di altrettanti paesi europei e africani, Ci saranno i capi delle polizie e molti ministri, e quella sarà un’occasione per definire le procedure di controllo necessarie per impedire a chi vuole scappare da quei paesi e venire in Italia e in Europa».
LO “STOP TECNICO” DEL FEDERALISMO
«Non si tratta di uno stop tecnico, ma di una richiesta da parte del Presidente della Repubblica di fare un passaggio alle Camere. Domani Bossi sarà dal presidente Napolitano: credo che si potrà chiarire tutto e fare quello che bisogna fare in tempi molto rapidi».
I BAMBINI ROM MORTI E I RITARDI BUROCRATICI
«Per i Rom c’era già un piano, definito dal prefetto di Roma un anno fa e finanziato dal ministero dell’Interno per 23 milioni di euro, così come è successo per i piani per la Lombardia, per il Veneto, per la Campania e per il Piemonte. E’ però compito della autorità locali dare attuazione. Quello di Roma prevede il lavoro in concorso con Provincia, Regione e Comune. I ritardi burocratici di cui parlava il sindaco Alemanno, sono relativi a ricorsi al Tar, fatti per esempio dai comuni vicino a Roma per impedire la realizzazione dei campi attrezzati. Non si può però impedire a un comune di ricorrere al Tar, anche se è stato il ricorso alla giustizia amministrativa a creare questi ritardi».
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