Cavalli:«Per sconfiggere la mafia servono professori e studenti civili»
L'attore antimafia, consigliere regionale dell'Idv, agli studenti del liceo Tosi: «Non basta il teatro a sconfiggerla, servono nuovi partigiani». Il pm Pirro Balatto e l'avvocato Cramis raccontano il fenomeno visto da dentro
Un pm, un avvocato, un attore/politico per spiegare cos’è la criminalità organizzata, o meglio, la mafia. Dove si nasconde, chi la difende (per scelta o per dovere), chi la combatte con le parole e chi la combatte con gli atti giudiziari. Di fronte a loro un pubblico fatto di studenti del liceo Tosi delle classi seconde, quindicenni che hanno bisogno di sapere come funzionano le complesse macchine della giustizia e della politica, i loro campi d’azione e le loro intersezioni.
L’incontro che si è svolto questa mattina nell’aula magna del liceo Tosi di Busto Arsizio ha cercato di dare queste risposte ai ragazzi. Ad organizzare il momento di riflessione è stato Massimo Brugnone, coordinatore lombardo di Ammazzateci Tutti, che da tempo è entrato nelle scuole lombarde per parlare di legalità e di come riconoscere e contrastare la mafia. Ospiti del dibattito: Francesca Cramis, avvocato penalista bustocco che ha difeso diversi imputati accusati di associazione mafiosa, Roberto Pirro Balatto, sostituto procuratore di Busto Arsizio, e Giulio Cavalli, attore di teatro impegnato sul fronte politico come consigliere regionale dell’Italia dei Valori.
«E’ la prima volta che entro in una scuola da politico – ha detto Giulio Cavalli – in realtà faccio l’attore che racconta storie di mafia perchè la mia formazione teatrale è quella dell’arlecchino, una delle forme teatrali che meglio ha saputo far ridere la piazza mettendo a nudo i potenti». Cavalli poi torna a parlare da politico: «Il problema mafia è un problema politico, prima ce ne rendiamo conto e prima riusciamo a trovare una soluzione – ha detto il consigliere regionale – un mafioso che ha bisogno di farsi fare un piacere va da chi governa e anche qui al nord ragiona allo stesso modo». Cavalli ammonisce: «Non ceredete a chi vi dice che la mafia sta arrivando a casa vostra per chè la mafia a casa vostra c’è già dai tempi dei vostri nonni. Nessun partito in Lombardia può dichiararsi lontano da dinamiche mafiose». Cavalli fa riferimento agli scandali scoppiati con i risultati dell’inchiesta il Crimine dove, nelle carte giudiziarie, sono emersi colloqui tra politici e mafiosi poi arrestati proprio in seguito a quell’operazione. Cavalli parla anche dei soldi della mafia: «Prendono le forme di centri commerciali, palazzi che non vengono nemmeno abitati o entrano a far parte di capitali più grandi, per nascondersi – ha detto Cavalli che poi parla dei morti ammazzati e dell’omertà al nord – qui hanno ucciso Giuseppe Russo, a pochi chilometri da voi, qui gli imprenditori vengono strozzati e nessuno denuncia». Infine Cavalli si rivolge agli studenti con un ultimo appello: «Guardate non servono scrittori civili, attori civili ma servono geometri civili, studenti e insegnanti civili, tramvieri civili. Dovete essere i nuovi partigiani».
L’avvocato Francesca Cramis ha sottolineato innanzitutto il fatto che anche i mafiosi hanno diritto ad un avvocato e se lo rifiutano lo Stato ne prevede uno d’ufficio: «E’ un diritto irrinunciabile – ha detto la Cramis – ecco perchè c’è chi difende i mafiosi. Difendere non vuol dire accettare quello che il mafioso fa e per questo bisogna cercare di essere il più asettici possibile. Anche noi facciamo la nostra parte nella complessa macchina della giustizia: ad esempio fornendo un punto di vista, diverso da quello dell’accusa, al giudice che dovrà decidere». Per il sostituto procuratore Roberto Pirro Balatto «la mafia, per lungo tempo, è stata come la nebbia per Totò che in un film disse la famosa battuta "a Milano la nebbia c’è ma non si vede" – citando da buon napoletano l’attore partenopeo – oggi invece la mafia c’è e si vede. Spesso la si vede dietro gli incendi nelle ditte, nelle intercettazioni telefoniche e nelle grandi inchieste (vedi Bad Boys e Infinito)». Il pm conclude il suo intervento citando un altro film "Il socio" con Tom Cruise: «In quel film il protagonista definisce il mestiere di avvocato, ma vale anche per il magistrato, come un uomo che sta sulla soglia con alle spalle il bene e davanti il male. L’importante – conclude Pirro Balatto – è non oltrepassare mai quel limite perchè poi finisci per abituarti al male e non riesci più a tornare indietro».
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