Trofeo Binda: l’inglese Pooley è imprendibile
A Cittiglio cavalcata solitaria della britannica che ripete l'impresa del 2008; sul podio la svedese Johansson e l'olandese Van Vleuten. Cantele in coda al gruppo delle migliori
Avviso ai lettori più attenti: questo non è il medesimo articolo che pubblicammo dopo il “Trofeo Binda” del 2008, anche se potrebbe sembrare così. Perché a tre anni di distanza l’attesa corsa di Cittiglio, prima tappa del circuito di Coppa del Mondo di ciclismo femminile, torna a incoronare la britannica Emma Pooley: la capitana della Garmin-Cervelo mette in campo come allora una prova d’autrice (e di forza) clamorosa: scappa dopo un terzo di gara poco dopo il primo passaggio sul traguardo, accumula un distacco enorme e vince sul traguardo di via Valcuvia senza apparente sforzo dopo 121 chilometri di gara.Un dominio assoluto, completo, totale, anche se – come spesso accade in questi casi – ci si chiede a cosa pensassero le rivali e soprattutto i loro direttori sportivi in ammiraglia. Perché se è legittimo e sacrosanto che vinca la più forte, è incredibile la condotta delle altre squadre, che perdono subito le ruote di Pooley su un tratto di leggera salita e non riescano a orchestrare nemmeno un tentativo di inseguimento.
Il taccuino della cronaca per quanto riguarda le migliori resta completamente in bianco: il gruppone che insegue (meglio, che dovrebbe inseguire) rimane pressoché compatto e quasi impaurito di fare la mossa sbagliata. L’unica azione degna di nota arriva nell’ultimo giro quando in due provano a guadagnarsi il podio, la francese Ferrier-Bruneau e l’australiana Corset ma vengono riprese.
Pooley arriva così di conserva, mantenendo la bellezza di 1’32” di vantaggio sul gruppo principale ridotto a meno di quindici unità; la volata è di un’altra favorita della vigilia, la svedese Emma Johansson (Hitec) che super di una bicicletta l’olandese Annemiek Van Vleuten la quale conferma l’empatia delle tulipane per Cittiglio (Vos, oggi assente, ha vinto le ultime due edizioni). Dalle italiane pochi segnali: la migliore è Elena Berlato (12a) con Tatiana Guderzo (19a) a ruota mentre Noemi Cantele, anche per ordini di scuderia (è compagna di squadra della vincitrice) è dovuta rimanere al coperto e ha chiuso in coda al plotoncino di Johansson, al 22o posto.
Oscar della sfortuna, alla vigilia, per l’altra varesina Valentina Carretta, appiedata da un problema di salute e costretta a seguire le colleghe dall’ammiraglia della sua squadra, la Top Girls Fassa Bortolo.
Buona, nonostante la pioggia a intermittenza, la partecipazione del pubblico a Cittiglio ma anche lungo il percorso dove in molti si sono appostati per applaudire le atlete in gara. Peccato per le differenze di livello troppo elevate tra i primi gruppi e le retrovie: decine di cicliste si sono staccate alla prima asperità costringendo a prolungate chiusure le strade del “Binda”. Forse la stessa Uci (e i suoi giudici) dovrebbero valutare meglio la partecipazione alle prove di Coppa, per non annacquare la qualità del campo partenti.
LA VINCITRICE – Londinese, classe 1982, fisico minuto ma muscoli di ferro, Emma Pooley vanta quasi trenta successi (compreso il mondiale a cronometro) da quando corre nel gruppo delle Elite. La sua azione poteva sembrare azzardata ma, come nel 2008, ha avuto ragione lei. «Tre anni fa ho costruito la mia vittoria anche sul fattore sorpresa; oggi ci ho provato da lontano ed è andata bene. Forse ho rischiato qualcosa, però sapevo di avere alle spalle una squadra fortissima e se fossi stata ripresa le mie compagne avrebbero scatenato un nuovo attacco. Anche per questo le nostre rivali hanno avuto paura e così ho potuto guadagnare terreno». Pooley dedica quindi il successo alla sua Garmin-Cervelo e non dimentica la compagna di squadra più prossima: «Sarei stata ugualmente felice se avesse vinto Noemi, sulle strade di casa sua. Conquistare la gara di Cittiglio è importante perché si veste anche la maglia di leader di coppa; questa corsa è ben organizzata e sembra davvero adatta a me».
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