Interrogato il tunisino sospetto: “Sono solo un informatico”

Indagato per immigrazione clandestina non gli viene contestato il terrorismo. Secondo il suo avvocato è estraneo ai fatti: aveva fatto solo delle pratiche per una macelleria islamica

«Sono estraneo a tutte le accuse, sono solo un informatico». Il tunisino Youssef Abdaoui, 44 anni, è comparso oggi davanti al gip di Varese Stefania Pepe e ha negato tutte le accuse nei suoi confronti. Peraltro, il tunisino residente a Cassano Magnago – assolto dall’accusa di terrorismo a Milano dopo l’arresto del 2003 – non viene tirato in ballo per Al Quaeda ma per aver partecipato a una banda che procurava permessi falsi agli stranieri, grazie ai buoni uffici di un commercialista di origine calabrese, con studio in via Cattaneo, Ezio Caradonna. 

L’accusa si basa sul tentativo di una falsa regolarizzazione: «Youssef nega ogni accusa – spiega il suo avvocato Massimo Natali – gli viene contestato un solo episodio dei tanti riferiti nelle carte dell’indagine. In quel caso aveva portato al commercialista documenti che gli erano stati consegnati dal titolare di una macelleria islamica di viale Belforte, che tra l’altro non esiste più». Già, ma perché Abdaoui faceva quel mestiere? Secondo la sua versione difensiva , Abdaoui è laureato in informatica, ed è in grado di usare il pc da professionista. Ufficialmente lavora come consulente informatico per una cooperativa di Milano ma a lui si rivolgono tanti magrebini per fare pratiche di vario tipo. Youssef piazza la pratica a chi di dovere e intasca ogni volta 50 euro per il disturbo, come lui stesso ha riferito al gip. 
«E’ una persona intelligente e preparata ma ha alcune asperità del carattere – continua il legale – che si potrebbero classificare come un normale orgoglio di arabo. Non mi risulta abbia legami con il terrorismo. Ricordo che anche l’imam della moschea di Gallarate Mafoudi, condannato in primo grado, ma assolto in secondo grado, era stato inserito in quelle liste, e infatti poi è stato tolto».

E’ stato lo stesso Mafoudi, a quanto pare, a consigliargli un avvocato di Varese che tratta spesso questioni relative agli stranieri. 

Sulla sua posizione in Italia c’è un po’ di confusione. Nei comunicati della questura viene definito come fiancheggiatore di Al Quaeda e l’Interpol lo ha inserito in una lista di sospetti. Ma per il nostro paese è pulito: sembra che il questore voglia chiedere la revisione del suo status ma ai legali non risulta nulla. Il tribunale di Milano inoltre lo ha assolto da ogni accusa di terrorismo, dopo che era finito in carcere nel 2003: in quel caso pare avesse esultato dopo la strage di Casablanca.

Il gip ha interrogato anche gli altri quattri indagati. Il commercialista in particolare ha negato l’esistenza di un’associazione per delinquere ma ha ammesso di aver fatto qualche carta irregolare.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 19 Aprile 2011
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.