La manovra “scherza” con i santi
Da Napoli a Varese si mette in discussione il provvedimento che sposta le celebrazioni delle feste patronali. Stucchi:"Dubbi sull’efficacia del provvedimento"
Contro la manovra ora protestano i santi. Nelle grandi città si sta sparando ad alzo zero sul provvedimento che sposta le celebrazioni delle feste patronali.
Succede che la mannaia sui festeggiamenti nazionali, annunciata nel provvedimento anti crisi di agosto, rimane solo per le feste patronali.
Il provvedimento prevedeva, infatti, lo spostamento delle celebrazioni festive alla domenica più vicina, con alcuni distinguo: esentate erano fin dall’inizio le feste cattoliche di precetto, la cui regolazione è materia di concordato con la Santa Sede; poi è arrivato il salvataggio in estremis delle altre feste civili, anniversario della liberazione (25 aprile), festa del lavoro (1. maggio), e anniversario della Repubblica (2 giugno), grazie ad un emendamento presentato dal Partito democratico settimana scorsa.
A rimanere aperta resta quindi la sola battaglia contro la stretta sulle feste patronali.
E da Napoli a Milano il coro delle proteste è unanime, e anche trasversale.
A Milano il sindaco Pisapia e la Lega Nord sotterrano l’ascia di guerra e si preparano a votare un ordine del giorno che chieda al Governo di “salvare” la festa del patrono della città Sant’Ambrogio che ogni anno cade il 7 dicembre, con celebrazioni e tradizioni ricorrenti (come rinunciare a un giro alla fiera degli Oh bej! Oh bej!, che tradizionalmente si apre il giorno del santo patrono per chiudersi la domenica successiva).
Per non parlare dei napoletani che di rinviare i festeggiamenti a San Gennaro non ne vogliono neanche sentir parlare. Per quest’anno, la festa patronale è il 19 settembre, non c’è da temere perchè il provvedimento entrerà in vigore nel 2012, ma l’arcivescovo Crescenzo Sepe sta già guidando la protesta.
In provincia di Varese, di fatto, le feste patronali dei piccoli paesi sono già celebrate durante il sabato o la domenica, ma non nelle città più grandi dove è ancora molto forte la tradizione di celebrarle durante il giorno della ricorrenza.
A Varese la festa patronale di San Vittore si festeggia l‘8 maggio, che nel 2012 cadrà di martedì. Abitualmente scuole e uffici comunali della città rimangono chiusi durante la giornata, ma non l’anno prossimo secondo quanto previsto dalla manovra finanziaria.
Monsignor Luigi Stucchi, vicario episcopale per la zona pastorale di Varese, non alza i toni come l’arcivescovo napoletano, ma fa una riflessione più ampia che entra direttamente nel merito dell’efficacia “economica” di un provvedimento del genere. «Non sarà lo spostamento delle feste patronali a risolvere i problemi economici del nostro paese – spiega il Monsignore -. Anzi sono proprio questi momenti che possono dare una mano: le feste patronali e religiose, ma lo stesso vale anche per le feste civili del nostro paese, se celebrate correttamente, sono momenti di presa di coscienza che aiutano a vivere una vita più sobria e consapevole. Durante queste giornate vengono diffusi messaggi morali e civili che entrano nella vita delle persone e possono spostare, in meglio, il costume. Per questo sono dubbioso sull’efficacia del provvedimento preso».
Anche a Busto Arsizio il giorno di San Giovanni Battista è tradizionalmente una festa religiosa e civile (nel corso della giornata vengono consegnate le benemerenze ai cittadini più meritevoli), anche se nel 2012 il problema non si porrà: il 24 giugno, infatti, cade di domenica. Monsignor Franco Agnesi, prevosto della città, è possibilista sullo spostamento ma invita alla calma: "In fondo è già avvenuto nella storia della Chiesa che alcune feste, come il Corpus Domini o l’Ascensione, venissero spostate o private del loro significato civile; le stesse parrocchie di Busto Arsizio festeggiano generalmente nel fine settimana più vicino alla ricorrenza. Bisognerebbe però riflettere su alcune date simboliche che riescono a tenere unite le persone e a restituire il senso della comunità: se la festa patronale è in grado di fare questo, bisognerebbe fare di tutto per mantenerla. La scelta è difficile, mi auguro che si arrivi a un saggio compromesso". Per Busto, poi, c’è anche un problema più immediato da risolvere: "Il 24 giugno del prossimo anno – spiega monsignor Agnesi – sarà il giorno di San Giovanni, ma anche la domenica più vicina alla festa dei SS.Apostoli: per evitare la sovrapposizione chiederemo al Comune, in via eccezionale, di festeggiare il Santo patrono sabato 23".
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