“Le province vittime sacrificali dell’antipolitica”
Anche l'ente provincia di Varese ha aderito alla protesta dell'Unione Province Italiane: Dario Galli, i consiglieri , i sindacati difendono l'istituzione. Alla fine solo l'IdV e Fli non hanno votato l'ordine del giorno pro-Provincia
Il consiglio della Provincia di Varese ha espresso voto favorevole all’Ordine del giorno Upi “No all’Italia senza provincia” (escluso il consigliere dell’Idv e i due consiglieri del Fli)
Intervento del Presidente della Provincia di Varese Dario Galli: «Ritengo che un Paese di 60 milioni di abitanti debba avere livelli di amministrazione pubblica adeguati alle dimensioni numeriche e territoriali. Quindi i Comuni e poi livelli superiori che possano gestire servizi che i comuni non possono garantire. Ad esempio le strade di collegamento provinciale e le scuole. Come Upi siamo stati i primi a fare proposte di razionalizzazione, perché non ha senso avere 107 province. Ma la soluzione non è eliminarle tutte, ma varare un piano nazionale per arrivare ad averne non più di 65. Questo lo si può fare mantenendo fermi una serie di paletti di puro buon senso». Galli è tornato a fare l’esempio del Molise («che ha meno abitanti della provincia di Varese e ben due amministrazioni provinciali») e dell’Umbria, ma questa volta anche del Friuli «che ha lo stesso numero di abitanti della Provincia di Bergamo». Il presidente della Provincia ha anche segnalato come l’abolizione dell’ente sarebbe «un precedente pericoloso anche per tutte le altre istituzioni» e ha segnalato che «tutti parlano di abolizioni delle Province, ma tutte le organizzazioni, le associazioni, le Prefetture e tutte le altre istituzioni sono organizzate su base provinciale».
Al consiglio provinciale apertto sono intervenuti anche i rappresentanti di enti e associazioni territoriali, spesso – appunto – organizzati su base provinciale: dal provveditore Claudio Merletti, a Franco Colombo presidente Confapi («Parlare oggi di tagliare la Provincia di Varese ci preoccupa, perché significherebbe colpire un’istituzione che ha avuto e continua ad avere un senso per un territorio importante come il nostro»), al presidente della Camera di Commercio Bruno Amoroso: «Sono condivisibili tutti gli sforzi tesi a ottimizzare la macchina pubblica, ma forse bisognerebbe riflettere ulteriormente, soprattutto senza perdere di vista il concetto di rispetto della democrazia territoriale». Uno sguardo diverso è quello di Raffaella Bonetto, rappresentante sindacale della Cgil: «Sono 540 i dipendenti interessati solo nella nostra provincia e oltre 6 mila in tutta la regione Lombardia e che oggi non sanno quale sarà il loro futuro professionale» spiega.
Tra i consiglieri provinciali sono intervenuti il capogruppo Lega Nord Stefano Gualandris («le Province sono le vittime sacrificali dell’antipolitica, questo è un atto antidemocratico»), Mario Aspesi (Pd), Piero Castiglion (Pdl) e Paolo Sartorio (Udc, che ha marcato la differenza rispetto alla posizione nazionale del Terzo Polo). L’ordine del giorno pro-Province non ha invece trovato d’accordo i due consiglieri di Fli e Wilma Borsotti dell’IdV, che hanno votato contro: «L’Italia dei Valori aveva l’abolizione delle province nel suo programma elettorale del 2008, rimaniamo fedeli a quella posizione». Anche Fli, a livello nazionale, si è espressa per l’abolizione delle Province e ha confermato la sua posizione a livello locale.
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