Poliziotto corrotto, scena muta su altri casi
Altri 4 stranieri lo indicano come l'uomo che ha chiesto soldi per velocizzare le pratiche. Avrebbe anche protetto una casa d'appuntamenti nella quale lavorava una donna di cui si era invaghito
Nel primo interrogatorio l’ispettore della Polizia di Busto Arsizio aveva respinto le accuse, oggi nel secondo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Luigi Cozzolino vede però aggravata da altri 4 episodi di concussione la sua situazione. Gli stranieri che pagavano le mazzette hanno confermato la loro versione e hanno raccontato che la consegna avveniva spesso ad ora tarda, sempre all’interno del commissariato. Il lavoro di ricostruzione delle telefonate e degli incontri da parte della Squadra Mobile di Varese, con la fattiva collaborazione dei colleghi bustocchi, ha permesso al pubblico ministero Pasquale Addesso (foto a sin.) e al giudice per le indagini preliminari Nicoletta Guerrero di approfondire altri casi di concussione dopo il primo contestatogli lo scorso 14 dicembre, giorno del suo arresto eseguito nel commissariato Busto Arsizio mentre si trovava nell’ufficio immigrazione di cui era responsabile.
Cozzolino, probabilmente, rimarrà chiuso nel carcere di via per Cassano, vista anche la decisione di non rispondere alle domande. Il 30 dicembre scorso gli era anche stata notificata una nuova ordinanza di carcerazione per un nuovo reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione per il suo legame con una donna rumena che, secondo l’ordinanza emessa da pubblico ministero bustocco,lavorava in una casa d’appuntamenti. Il Gip ha ascoltato la donna oggi stesso ma anche lei ha scelto la strada di non rispondere agli inquirenti. Nell’ordinanza, però, sembra apparire chiaro il legame tra la donna e Cozzolino (chiamato gabor che in rumeno significa poliziotto). La terza persona finita nell’inchiesta è il cugino della donna il quale avrebbe ridimensionato il ruolo del poliziotto.
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