Auguri Re Risotto!
Pietro Tenconi compie 87 anni: è il "volto" della Pro Loco ma in passato ha promosso tante attività. È nato nel giorno di Carnevale del 1925 e oggi interpreta la maschera di Gallarate
È il motore di tante iniziative, da anni. Ed è ancora instancabile, nonostante l’età: Pietro Tenconi ha compiuto 87 anni martedì 28 febbraio. Molti lo conosceranno di vista per i suoi grandi baffi bianchi, o per averlo visto mentre interpreta Re Risotto, la maschera di carnevale di Gallarate che ha creato. «Se tiro le somme, devo ringraziare il Padre Eterno di essere riuscito a fare tante cose. Mi sento di avere ancora un sacco di grinta» dice alla sera, finiti i festeggiamenti con i tanti amici. Di cose ne ha fatte uno sproposito, al di là del lavoro: è poeta, è stato un fondatore ed è ancora l’animatore della Pro Loco («ho inventato io la pentola del risotto, da una vecchia tradizione del 1754»), ha contribuito a far nascere il Fotoclub Il Sestante, ora sogna di creare una pinacoteca di artisti locali. Ha contribuito a dar vita – lui figlio di piccoli artigiani – alle Acli gallaratesi: «Sono stato Presidente mandamentale delle Acli. Io ero in consiglio comunale, dicevo che era una vergogna che non c’erano soldi in bilancio per le case per gli operai. Mi dissero: e allora falle tu! E io le ho fatte». Partendo da Sciarè, dove poi sono stati costruiti anche altri condomini Acli negli anni Settanta.
Lui, che è "diventato" poi Re Risotto, il Carnevale ce l’ha nel sangue fin da quando è nato. «La mia famiglia è gallaratese da secoli, vivevamo alla Cascinetta, in via Mario Brumana che poi è diventata via Pegoraro dopo che hanno ammazzato l’Angelo. Sono nato che era un sabato grasso, di sera alle undici. Vivevamo sopra una trattoria, stappavano bottiglie e festeggiavano: mia mamma dice che io sono venuto fuori e tutti l’hanno scoperto solo tardi, quando erano finiti i festaggiamenti». Passati tanti anni, dopo tante attività ha in mano un tesoro: «La serenità, è ciò che soprattutto ho ereditato da mio padre, che diceva che era una ricchezza che avrei trovato in tasca, un giorno».
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