Cina e Brasile i nuovi regni dell’esportazione varesina
In dieci anni (2001-2010) le imprese del Varesotto hanno triplicato le esportazioni verso i nuovi mercati. Tra i prodotti più esportati quelli dell'industria aeronautica. La Svizzera è in terza posizione
Nel 2001 le imprese varesine esportavano per 77 milioni di euro in Cina e per 55 milioni in Brasile. Esattamente 10 anni dopo queste cifre si sono triplicate: le aziende del nostro territorio capaci di operare con successo sui mercati internazionali nei dodici mesi del 2010 avevano toccato infatti quota 222 milioni di fatturato frutto delle esportazioni verso la Cina e quota 155 milioni per quanto riguarda il Brasile. Un’analisi condotta dall’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio ci permette di evidenziare la capacità del sistema varesino di riposizionarsi nel mondo a seconda dei cicli economici. Così, sempre nell’arco del decennio preso in considerazione si è allargata la platea degli interlocutori internazionali delle nostre imprese: se nel 2001, infatti, il valore dell’export che si concentrava nei primi 25 paesi della relativa classifica rappresentava l’84% del totale, nel 2010 questa percentuale era scesa al 78%. Una conferma appunto dell’ampliamento della gamma dei Paesi partner commerciali del nostro territorio. Significativa risulta allora, per esempio, la crescita delle relazioni con gli Emirati Arabi Uniti: +262%, sempre nell’arco del decennio, collocando questo Stato al decimo posto nella classifica 2010 con 162 milioni di euro. In forte crescita anche Arabia Saudita, India ed Egitto.Costante resta invece la classifica per quanto riguarda i “magnifici sette”. In testa c’è sempre l’accoppiata Francia-Germania, con poco più di 1 miliardo di export ciascuno su un dato complessivo di quasi 9 miliardi fatturati all’estero dal totale delle imprese varesine nel 2010.
Al terzo posto si colloca la Svizzera, seguita dagli Stati Uniti, dalla Spagna, dal Regno Unito e dai Paesi Bassi. Si può già anticipare, inoltre, che i dati 2011 saranno in aumento: la statistica ci permette di certificare quelli del periodo gennaio-novembre dell’anno scorso, che segnano una crescita del 10,3% complessivo.
CHE COSA ESPORTIAMO -Entrando invece nel dettaglio dei prodotti, sempre il confronto decennale rivela anche il cambiamento della composizione dell’export varesino. Se nel 2001 la quota maggioritaria era quella degli elettrodomestici, che rappresentavano il 7% del totale, seguita dai tessuti (6%) e dai profilati di materie plastiche (5,5%), nel 2010 la classifica si è così modificata: al primo posto è balzata la vendita dei prodotti dell’industria aeronautica, che dal 5% sono saliti addirittura al 18%. A seguire, gli elettrodomestici (confermano il 6%) e i profilati di materie plastiche (5,2%). In discesa i tessuti, la cui quota è passata dal 6% del totale dell’export varesino nel 2001 al 3% nel 2010.
BRASILE PARTNER IN CRESCITA – I dati disponibili per il 2011 segnano una crescita dell’export del 21% con una bilancia commerciale positiva per 127 milioni di euro – ci permette di cogliere una forte capacità di penetrazione su quel mercato oltre che dell’industria aeronautica anche dei produttori di macchinari e di impianti, in particolare quelli per il tessile e la plastica. Dal Paese sudamericano importiamo invece soprattutto carne (20%) e prodotti oleosi (14%). Altrettanto interessante, e per molti versi curiosa, è la circostanza che la prima voce dell’export verso la Svizzera sia quella degli orologi (16%), segnale di una forte interdipendenza delle attività produttive in questo settore tra le due aree di confine. Ritornando infine alle importazioni totali, l’analisi evidenzia come le imprese varesine comprino all’estero soprattutto componenti e materie prime per la produzione della plastica (10%), per l’industria aeronautica (5%) e per quella chimica (5%).
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