Fondazione Culturale, un esposto per capire cosa è successo
La fondazione è stata chiusa nell'autunno 2011, ma già un anno prima c'erano segnali che furono ignorati dal CdA. Intanto il Comune aspetta il parere della Corte dei Conti per poter liquidare 600mila euro ai creditori
Si complica il percorso per la liquidazione della Fondazione Culturale di Gallarate: i tempi stringono e il Comune ancora attende il parere della Corte dei Conti sullo stanziamento previsto dal Comune di 600mila euro. E intanto anche i creditori si muovono con un esposto per accertare di chi siano le responsabilità del "buco" della Fondazione.
Prima questione. Il Comune ha pronti 600mila euro per saldare una parte dei debiti verso dipendenti e fornitori, ma ma rimane l’incognita della Corte dei Conti. La Fondazione che gestiva i due teaera (anzi è, essendo ancora in liquidazione) un ente autonomo, quindi è da capire se il Comune può intervenire per ripianare i debiti: per questo gli attuali amministratori vogliono procedere con attenzione, per non fare operazioni illegittime, e avevano mandato una richiesta di parere alla magistratura contabile, che ha avviato un controllo sulla procedura. Rimane quindi bloccata la liquidazione dei creditori, la cui scadenza è fissata per il 31 marzo. Chi pagherà dunque i 600mila euro? L’amministrazione guidata da Edoardo Guenzani confida nel via libera da parte della Corte dei Conti, sulla base anche della giurisprudenza (e considerato che la Fondazione era diretta emanazione del Comune). Se non ci fosse parere positivo, tutto diventerebbe più complicato e si riapre anche la possibilità che sia chiamato a rispondere anche il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, guidato da Mario Lainati.
Seconda questione: la proposta di liquidazione di una parte dei creditori. Si parla di 100mila euro, la proposta è di liquidare il 30% del totale: somma insufficente, secondo chi ha fornito beni e servizi alla Fondazione. E intanto i creditori, assistiti dalll’avvocato Marco Natola, ha presentato un esposto in Procura sottoponendo l’intera vicenda della Fondazione, con particolare riferimento, però, all’ultimo periodo, tra 2010 e 2011. Quando cioè si decise di proseguire l’attività teatrale, nonostante i numerosi campanelli d’allarme fatti suonare dal revisore dei conti Ugo Gaspari, che – dopo aver ribadito i rischi per la continuità aziendale a ottobre 2010 – si dimise anche dall’incarico.
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