L’Aquilone continuerà a volare? Ecco cosa dicono i candidati sindaco

Nella sede dell'asilo il primo confronto degli aspiranti sindaci. Gli amministratori uscenti puntano sul Project Financing, il centrosinistra lancia l'idea di una Fondazione a controllo pubblico, altri dicono: "Nessuna certezza senza bilancio"

Alla fine ognuno ha – più o meno – messo sul tavolo le sue carte: nella sede dell’asilo l’Aquilone i candidati sindaco di Cassano Magnago si sono confrontati sul futuro della scuola comunale d’infanzia. I punti principali: il modello di gestione, il futuro immediato della scuola, la scelta sulla struttura (se costruirla nuova o riutilizzare quella esistente).

Sbagliava chi si aspettava forse qualche scintilla tra Lega Nord e PdL dopo lo scontro in consiglio comunale, lo si è visto all’inizio quando si è parlato del futuro della struttura di via Adige: Nicola Poliseno (PdL) e Stefania Federici (Lega) hanno difeso l’operato della giunta passata e indicato una prospettiva simile: «Noi (della Lega, ndr) vogliamo una nuova scuola materna, la faremo con il metodo del project financing» ha ribadito Federici, annunciando che la giunta – nonostante la mancanza di un quadro di riferimento, dopo la bocciatura definitiva del documento sul tema – va avanti comunque, ha fissato incontri con società, ha persino già identificato un’area (si dice solo che « non è quella qui accanto alla scuola esistente, ma sarà in zona»). Sul destino della scuola esistente, anche Poliseno è d’accordo: «Quella attuale ha finito il proprio corso», quindi bisogna lavorare per una nuova e il project financing «potrebbe essere una soluzione». A mettere sulla difensiva Poliseno e Federici ci ha pensato subito Clara Fanton (Unione Italiana) che ha chiesto a loro di iniziare a parlare per primi, avendo la responsabilità del passato. «L’inadeguatezza della scuola non nasce oggi, è frutto del passato» ha subito aggiunto Mauro Zaffaroni, candidato del centrosinistra. «Si doveva affrontare la questione in passato, anche per manutenzione ordinaria che è mancata». Resta il fatto che la futura struttura rimane un tema ancora lontano: «Non c’è neppure la previsione dell’area di un nuovo asilo nel Pgt, a settembre certo l’asilo sarà ancora qua in via Adige» ha subito ribadito Vittoria Novello dei Pensionati. Che comunque per il futuro vede come possibile soluzione una alleanza che preveda «l’aiuto dei cittadini» e il ricorso a «sponsor» per rifare la struttura.

Sul modello per il futuro, Federici ribadisce la strada del project financing: «Non è una scelta ideologica, ma l’unica possibile: «Non possiamo più gestirlo autonomamente, altrimenti avremmo continuato a farlo volentieri». Federici ribadisce che a settembre si ripartirà comunque, lo dice anche Poliseno, convinto che ci sarà il tempo per valutare bene il modello futuro di gestione alternativa a quella attuale. Scelta opposta viene invece da Rocco Andrisani: «Bisogna guardare al passato, in questo caso: la gestione attuale ha sempre funzionato bene. L’ente comunale deve avere in mano la gestione della struttura» (garantendo anche un approccio pluralista).

Mauro Zaffaroni invece richiama le responsabilità su un dibattito durato un anno e finito in nulla («La maggioranza ci disse solo: esternalizzazione, unica possibilità, è finita così») e per il futuro fa una proposta diversa: «Creare una struttura non a fini di lucro. Una Fondazione a capitale misto con Comune, genitori, associazioni, persino aziende sponsor». E cita come esempio Modena, dove si è arrivati ad una Fondazione grazie alla battaglia del comitato genitori contro l’esternalizzazione. Proprio alla fine anche Poliseno si fa tentare dall’idea della Fondazione («intanto ripartiamo a settembre con la struttura attuale») e Zaffaroni non manca di farlo notare: «Sono stupefatto, per la prima volta si considera una ipotesi alternativa all’esternalizzazione». Su tutto resta però l’incertezza dei bilanci, come ribadito in modo molto trasparente e senza proclami da Clara Fanton: «Cassano ad oggi non ha neppure il bilancio previsionale approvato: quando me l’hanno detto non ci volevo credere». Il futuro per Fanton deve partire dall’analisi concreta, non da sogni irrealizzabili: «E serve un controllo sulle finanze e l’applicazione del programma». Per non ritrovarsi – magari tra un anno – ad essere ancora al punto attuale.

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Pubblicato il 19 Aprile 2012
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