Agricoltura e centrali elettriche, l’altro versante del problema
Enel lancia l'allarme su possibili danni alla centrale di Vizzola dovuti ai detriti nelle acque dei canali. Edipower, che gestisce Turbigo: "Per ora nessun problema"
Il bacino del Panperduto sta a poche centinaia di metri dalla
frana e qualche preoccupazione viene dal fatto che le acque del Ticino, entrando nei canali Villoresi e Industriale, trasportano materiale che viene dalla collina e dalla frana: sassi, sabbia, detriti vegetali. Il sindaco Guido Colombo nel corso dell’incontro con i vertici della Regione ha citato una lettera di Enel Greenpower (che gestisce la centrale idroelettrica di Vizzola Ticino) in cui si fa riferimento a «dieci tonnellate» di materiale finito nel canale, «una grande quantità di piante e arbusti» e si esprime «preoccupazione per i filtri», non escludendo «danni ai macchinari» in caso la situazione prosegua.
A Turbigo, invece, la situazione ad oggi è valutata con attenzione ma con meno preoccupazioni. Interpellata da VareseNews, Edipower – che gestisce la centrale termoelettrica di Turbigo, dove l’acqua del canale è usata per raffreddamento – spiega che «ad oggi non ci sono giunte segnalazioni in merito alle condizioni delle acque che vengono utilizzate dalla centrale Edipower». «Naturalmente, i nostri tecnici stanno continuamente monitorando con attenzione l’evoluzione della situazione, in modo da poter consentire un intervento il più possibile tempestivo ed efficace in caso di
un peggioramento dello stato delle acque. Una sospensione non programmata del flusso d’acqua dal canale rappresenta in ogni caso un problema per la produzione ma, al momento, non sono state rilevate particolari criticità». La preoccupazione per eventuali danni è comunque stata ribadita anche da Alessandro Folli, presidente del consorzio di bonifica Villoresi, che sta facendo anche verifiche alle paratie delle dighe con i sommozzatori. Folli ha ricordato i danni subiti pochi anni fa (2007) in seguito allo svuotamento del bacino per un problema ad una paratia. Danni alle produzioni agricole, ma non solo: «due giorni di stop alla centrale di Turbigo costarono a noi 1,8 milioni di euro».
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