La statua di Salvatore Fiume davanti al Tribunale?
La proposta sta circolando in questi giorni: "L’Antropotauro e la sua donna" potrebbe essere collocato in Piazza Cacciatori delle Alpi
Vi piacerebbe una nuova statua in piazza Cacciatori delle Alpi? La proposta sta circolando in questi giorni: "L’Antropotauro e la sua donna" potrebbe essere collocato in Piazza Cacciatori delle Alpi, sul basamento attualmente presente. L’opera, dell’artista siciliano Salvatore Fiume, è offerta alla cittadinanza dall’Associazione VareseVive e quindi non vi sarebbero costi da sostenere da parte dell’amministrazione comunale.
Sarà possibile votare il sondaggio su VareseNews e anche esprimere una preferenza recandosi presso gli uffici dell’Assessorato alla Cultura, in via dei Bersaglieri, in orario d’ufficio. Il sondaggio si concluderà domenica 11 novembre.
L’artista
Nato a Comiso in Sicilia nel 1915, Salvatore Fiume rappresenta una delle figure più interessanti nel panorama della cultura italiana del secondo ‘900.
Trasferitosi a Milano dopo i primi studi d’arte frequentò letterati e artisti del capoluogo lombardo rendendosi noto con un’opera letteraria. Diresse ad Ivrea il periodico “Tecnica e organizzazione” fondato da Adriano Olivetti fino al 1946 quando si stabilì definitivamente a Canzo nella industriosa Brianza.
A partire dagli anni ’50 intensa fu l’attività espositiva e altrettanto numerosi e prestigiosi i riconoscimenti e le commissioni anche dall’estero e in particolare dagli Stati Uniti. Divenute subito famose Le sue Isole di statue e città di statue oltre che dal titolo, già lasciano intravvedere l’interesse e la potenzialità scultorea che il Maestro esprimerà negli anni successivi.
Industriali come Buitoni e architetti come Giò Ponti, si avvalsero della sua maestria per realizzare opere di grandi dimensioni e non a caso la padronanza di gestire ampie superfici lo condusse a firmare le scenografie di numerosi importanti allestimenti teatrali. Proprio nella capacità di lavorare con le grandi dimensioni si innesta l’attività scultorea di Salvatore Fiume e, nonostante le prime opere plastiche risalgano agli inizi degli anni ‘40, l’artista esordisce ufficialmente con la scultura in una mostra milanese nel 1994.
L’Antropotauro e la sua donna
La scultura viene modellata proprio in questi anni e le foto d’archivio ritraggono il maestro mentre lavora con le spatole al grande gruppo dell’Antropotauro ancora in argilla. Fiume si esprime nella scultura utilizzando tutti i materiali classici di questa disciplina spingendosi senza esitare a sperimentare anche i più moderni per metterli al servizio della sua fantasia. Anche la scultura che verrà posata nella nostra città, dopo l’argilla, fu trasformata dal maestro in resina. E’ proprio questa grande resina, già esposta alla Quadriennale di Roma del 1990, che è servita come modello per la fusione in bronzo del soggetto mitologico. Il monumento, che misura alla base 260cm e ha una altezza di tre metri, costituisce quel passaggio tecnico eseguito dagli artigiani fonditori che il maestro avrebbe compiuto per poter destinare la sua opera all’esterno in modo permanente. Dall’opera in resina infatti con l’aiuto di calchi negativi, è stata ricavata la cera per la fusione bronzea seguendo l’antico procedimento detto della cera persa che garantisce l’assoluta fedeltà e l’unicità del pezzo ottenuto.
E’ importante sottolineare che questa fase è stata realizzata nella stessa fonderia artistica e dal medesimo fonditore al quale Salvatore Fiume affidò per molti anni la realizzazione delle sue sculture in un rapporto di reciproca stima che lo stesso maestro volle attestare ritraendo il suo fonditore in un mezzo busto.
Dell’ Antropotauro e la sua donna, l’artista ha modellato anche diversi bozzetti che testimoniano quanto questo soggetto gli fosse caro e che ben rappresentano il richiamo al Mito e a quella classicità e memoria dell’arte italiana che ha costantemente caratterizzato e attraversato l’universo creativo di Salvatore Fiume.
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