Alla ricerca della città intelligente

In questi tempi 2.0 è possibile pensare una città più "smart"? E' la domanda a cui ha provato a rispondere il convegno organizzato da Confartigianato Varese e Unione Industriali nel pomeriggio del 6 novembre

il tavolo dei relatori, sulla smart cityIn questi tempi 2.0 è possibile pensare una città più intelligente? E’ la domanda a cui ha provato a rispondere il convegno organizzato da Confartigianato Varese e Unione Industriali nel pomeriggio del 6 novembre, affrontando il problema di come trasformare i luoghi urbani in spazi più vivibili e competitivi con progetti legati all’alta tecnologia e al risparmio energetico. Partendo da una parola d’ordine: Smart city.

«Il concetto di smart city sembra la versione contemporanea della città ideale di Tommaso Campanella. L’abbiamo sempre cercata dandole ogni volta un aspetto diverso nel tempo – Ha spiega Maurizio Melis, giornalista del gruppo Sole 24 ore, noto agli ascoltatori come Mr Kilowatt, il nome della seguitissima trasmissione di Radio 24 – Oggi la città ideale, la smart city, dev’essere sostenibile, inclusiva, vivibile. Queste sono le tre linee verso cui bisogna tendere». Linee di tendenza che ogni realtà deve far proprie, con uno sforzo di fantasia e di riflessione collettiva.

Melis, che sta curando da diverse puntate nelle sue trasmissioni l’argomento, focalizza la possibilità di diventarlo nell’individuare i problemi della città e porsi di fronte ad essi in modo nuovo (e cita la funivia brasiliana costruita dalla trentina Leitner per risolvere in modo economico e sostenibile la questione logistica di una zona mineraria)

Soluzioni che non possono prescindere dalla tecnologia, che con gli anni sta diventando sempre più praticabile: «Si può cominciare a pensare a una “smart city” che punta alla qualità dei suoi cittadini grazie alla tecnologia e a internet perchè computer e smartphone stanno diventando sempre più facili da usare – continua Melis – prima non era così, ma è un processo comprensibile: quando la tecnologia non è matura è più difficile da usare, ma man mano che matura, diventa intuitiva e più disponibile a tutti».

Ma cos’è, e di cosa è fatta, una Smart city? «Smart city è la città del futuro, ma soprattutto è la città che risparmia energia, secondo una evoluzione in qualche modo "imposta", per fortuna, dall’Europa – spiega Antonello Pezzini, Consigliere Comitato Economico e Sociale Europeo – In particolare, ad ispirare il cosiddetto “patto dei sindaci” che l’Italia sta cercando di seguire, è una sperimentazione danese: dove il governo aveva proposto „fate un progetto che preveda la produzione di almeno il 50 per cento almeno in energie alternative del vostro fabbisogno, e  vi finanzieremo il resto“: una proposta che è stato modello per l’Europa e l’Italia, anche se da noi è ridotto al 20%». Patti e progetti che premiano un modo di risparmiare salvaguardando l’ambiente, facendo così ripartire la crescita da un punto di partenza diverso, che riequilibra il rapporto tra la modernità e l’ambiente.

Ma ad un patto: «Una vera smart city deve partire da una visione complessiva, sennò è solo una somma di cose» a parlare così è Gloria Piaggio, Coordinatore di Genova Smart City e Dirigente progetti europei del Comune di Genova, che si è “accaparata” tre bandi europei di notevole consistenza economica, grazie ai loro progetti per “ripensare” la città in maniera “intelligente”. «Smart, intelligente, ha dietro di sé un’idea di collegamento tra le persone –  spiega Piaggio – e la nostra amministrazione ha considerato la ricerca di una migliore qualità della vita come elemento centrale. Una ricerca basata e aiutata dalle nuove tecnologie, ma che prevede innanzitutto dei pensieri intelligenti. Perciò abbiamo chiamato a raccolta le varie realtà cittadine: dagli enti alle aziende, dalle associazioni alla società civile. Per raccogliere le loro proposte, e per sentire progetti che possano anche far ripartire l’economia: cose fatte da chi ci crede, ma da chi vuole anche far ripartire il lavoro da qui».

Perchè, oggi più che mai il segreto di una città intelligente è la conoscenza. O, come ha detto Luca Mari, professore in Liuc e coordinatore del laboratorio RFid dell’ateneo di Castellanza: «E il sapere la nuova infrastruttura»

I consigli di Melis: «Vietata l’agopuntura alle Smart Cities»

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 06 Novembre 2012
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