Amsc, il progetto “fatto in casa” costa un settimo

Nel dibattito su consulenze il presidente di Amsc cita un caso specifico in cui si è cambiato rotta: un intervento che doveva costare 900mila euro è stato rifatto dall'ufficio tecnico interno. E la cifra si è ridotta a 150mila euro

Un intervento riprogettato con risorse interne, che finisce per costare un settimo di quanto doveva costare secondo il progetto predisposto da consulenti esterni: da oltre 900mila a 150mila euro. Si parla dell’Amsc di Gallarate, la società di servizi del Comune che stava progettando un intervento di adeguamento del grande complesso operativo dove ha sede, in via Aleardi (nella foto: il complesso visto dall’alto. La vicenda viene alla luce dopo una interrogazione del PdL sulle consulenze e gli incarichi esterni affidati da Amsc. Il PdL ha chiesto dati sulle attuali consulenze, ma Sergio Praderio, presidente dal luglio del 2011, racconta di alcuni casi rintracciati durante l’operazione di riordino e revisione della spesa. «Quando sono arrivato – spiega – ho trovato un progetto per “adeguamento delle rete di fognatura di via Aleardi 70”, predisposto da un progettista esterno, che in quel periodo faceva molti lavori. Un progetto pronto per la presentazione alla Provincia, ma mai passato neanche in Consiglio di Amministrazione». Eppure si trattava di un complesso d’interventi ampio (raccolta dell’acqua piovana nella zona della piattaforme ecologica, separazione delle acque di prima pioggia, ripristino del depuratore interno, pavimentazione dei piazzali sterrati della discarica), per la cui realizzazione era previsto un impegno particolarmente consistente, «921mila euro». Intervento necessario, certo, ma che poi si è scoperto poter realizzare con risorse più ridotte, dice Praderio: «È stato fatto un progetto interno che prevede un costo di 150mila euro, che potrebbe essere anche rivisto al ribasso a fine lavori, perché è una stima prudente». Lavoro fatto tutto in sede interna: Praderio – rispondendo alle domande del PdL – specifica che non esiste un unico ufficio, ma che i tecnici operano all’interno dei singoli settori. In ogni caso l’esempio del lavoro sulla sede di via Aleardi sembra confermare la possibilità reale di usare risorse interne riducendo il ricorso alle consulenze.

Il caso dell’intervento su via Aleardi risale al periodo precedente. Ma oggi, che consulenze si fanno? «Negli ultimi due anni – dice Praderio – sono state consulenze esterne per lo più per sistemare problemi che ci siamo trovati ad affrontare. Abbiamo fatto operazioni straordinarie per chiudere e fondere società dipendenti che non erano operative. Società che a volte non avevano dipendenti, solo Consigli d’amministrazione». La riorganizzazione – attuata per lo più nell’arco dello scorso anno – è stata fatta per ridurre i costi su diversi fronti, le consulenze sono prevalentemente studi e perizie sul valore delle società. «Abbiamo richiesto anche una consulenza per l’operazione di vendita di Commerciale Gas, ma il costo dell’advisor sarà riaddebitato a chi acquista la società» (il bando per l’operazione di vendita – molto criticata dall’opposizione – è quasi in scadenza).

Certo quelle indicati sono solo alcuni casi e Praderio comunque risponderà con la documentazione all’interrogazione del PdL, che non può essere ridotta a singoli casi. Ma il presidente di Amsc non nasconde la sua perplessità sul periodo prima del 2911: «Non capisco perché non sono state poste per tempo le domande sull’andamento dell’azienda? Perché per esempio non ci si poneva domande sull’andamento dei costi della piscina della Moriggia, che perdeva centinaia di migliaia di euro?». E anche qui fa esempi specifici: «Lì la manutenzione era fuori controllo. C’era un progetto, fatto da un direttore tecnico esterno, per un deposito interrato da 130mila euro: lo abbiamo bloccato. Abbiamo anche un seminterrato con una sola scala: c’era un progetto per inserire altre due scale, che abbiamo bloccato. Abbiamo installato solo un piccolo montacarichi».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Aprile 2013
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