Lavoro nero, sequestrato cantiere
Gravissime le accuse a carico dell'impresa committente e dell'appaltatore: tra i sei lavoratori non in regola anche un clandestino e un minorenne
Cantiere, aziende e lavoratori nei guai a Travedona Monate, dopo un’ispezione della Direzione Territoriale del Lavoro e del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Varese. Il cantiere riguarda un appalto privato per il rifacimento del tetto di un fabbricato ad uso abitativo (dislocato su due piani). Nella mattina di mercoledì 10 aprile 2013, i militari si sono presentati dopo aver già individuato e monitorato il cantiere che presentava pesanti criticità: i lavori sul tetto erano stati iniziati in assenza di qualsiasi protezione contro le cadute nel vuoto, non c’era nessuna comunicazione scritta al Comune nè all’Asl e alla Direzione Territoriale del Lavoro. Di fatto, secondo i carabinieri, un vero cantiere abusivo
L’ispezione ha poi permesso di accertare una serie di illeciti penali connessi alle gravissime violazioni per la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro: tutti e sei i lavoratori edili impegnati erano completamente “in nero”, alle dipendenze di una ditta edile con sede legale in Lodi. Uno di loro era clandestino (e, preso in carico dai carabinieri di Gallarate, sarà espulso), mentre un altro era un minore di 16 anni che non aveva concluso il periodo di istruzione obbligatoria. Il datore di lavoro, anch’egli egiziano, non aveva fornito ai lavoratori dipendenti i dispositivi di protezione individuale (caschetto, scarpe antinfortunistiche, imbraco e cintura di ritenzione per i lavori in quota ecc.), non aveva adempiuto agli obblighi di informazione, formazione e addestramento dei medesimi (in pratica non aveva mai eseguito una valutazione dei rischi per salvaguardare l’incolumità dei lavoratori con redazione del previsto documento).
I legali rappresentanti della ditta committente (con sede legale in Milano) non avevano verificato l’idoneità tecnico-professionale della ditta esecutrice nè avevano rispettato le prescrizioni di sicurezza preventiva. Le postazioni di lavoro presenti sul tetto del fabbricato non erano state assicurate con le minime protezioni collettive di sicurezza previste dalla normativa e gli operai che erano sul tetto gettavano a mano il materiale edile di scarto nel cassone di un furgone che era sotto parcheggiato, con il rischio di colpire in testa i due lavoratori presenti nell’abitacolo del mezzo (tra i quali il minore). Ponteggi e scale di servizio erano state realizzate in totale difformità alle prescrizioni minime di sicurezza (cioè senza disegno esecutivo e/o relazione tecnica di calcolo per la resistenza e stabilità) ed erano completamente sprovviste di ancoraggi, con il rischio che cedessero da un momento all’altro.
A termine degli accertamenti, i militari del Nucleo Carabinieri, in concerto con il personale ispettivo della Direzione Territoriale del Lavoro, hanno proceduto al sequestro preventivo dell’intera area di cantiere (nei confronti della ditta committente), all’emissione del provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale per “lavoro nero” (nei confronti della ditta esecutrice). Ben sei le denunce: contro i responsabili della ditta committente dei lavori per la violazione di 2 inosservanze in materia di sicurezza (ammenda pari € 11.200,00 in misura massima), contro il legale rappresentante della ditta esecutrice delle opere edili in generale per la violazione di 10 inosservanze in materia di sicurezza (ammenda pari € 56.400,00 in misura massima), contro i due genitori del lavoratore minorenne per la violazione di 4 inosservanza in materia di sicurezza (ammenda pari € 8.400,00 in misura massima), contro il legale rappresentante della ditta esecutrice delle opere edili per il reato di sfruttamento di manodopera clandestina; contro il lavoratore clandestino per il reato di clandestinità. A carico del legale rappresentante della ditta esecutrice saranno notificate le sanzioni amministrative previste per l’impiego di 6 lavoratori “in nero”, quantificabili, allo stato attuale degli accertamenti, in €. 26.950,00, più l’evasione degli oneri contributivi e previdenziali quantificabili €. 12.748,00. Gli accertamenti di polizia giudiziaria sono tuttora in corso e coordinati dall’Autorità Giudiziaria di Varese.
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