Maroni annuncia che lascerà a dicembre, il delfino è Salvini
Il governatore lombardo chiude l'assemblea nazionale della Lega Lombarda rinfocolando lo spirito battagliero della base e annuncia che lascerà la segreteria federale a dicembre: "Il mio sostituto sarà lombardo e giovane"
L’intervento più atteso all’assemblea nazionale della Lega Lombarda è arrivato poco prima delle 21, quando Roberto Maroni è salito sul palco dell’area feste Tigros di Buguggiate per rinfocolare gli spiriti dei militanti e dare una sferzata ad una base che ancora fatica a riprendersi dal cambio di pelle che la Lega ha portato avanti e che si completerà a dicembre, con il congresso federale e la nomina del nuovo segretario. E l’intervento del presidente della Regione è stato una specie di investitura, anche se non ufficiale, per Matteo Salvini, attuale segretario della Lega Lombarda e pronto a prendere le redini del partito che fu di Bossi. La descrizione che dà Maroni corrisponde proprio a lui: «Il segretario della Lega Nord sarà giovane e lombardo, poi un nome l’ho già fatto – ha detto il leader guardando alla sua destra – io non posso continuare a fare entrambe le cose, due uomini in campo sono meglio di uno».
Roberto Maroni, che poco prima di salire sul palco aveva lanciato la provocazione di candidare Milano per le Olimpiadi del 2024 in contrapposizione all’annuncio di Letta che ha riproposto Roma, usa toni battaglieri: «Sto lavorando perchè il sogno di Gianfranco Miglio si avveri, cioè la realizzazione della macroregione – afferma – sono pronto anche ad infrangere le leggi imposte da Roma pur di farlo. Intanto entro quest’anno Equitalia leverà le tende dalla Lombardia e sarà la Regione a riscuotere anche i tributi statali, intanto i soldi li incameriamo noi, poi vedremo» – ha detto in tono di sfida verso il governo centrale. Maroni cavalca l’onda del sentimento della sua base che gli chiede di tornare alla Padania e all’indipendenza ma lo fa nel suo stile: «Mi metterò alla testa dei sindaci della Lega per abolire il patto di stupidità – ha detto ancora riferendosi all’odiatissimo patto di stabilità – realizzerò l’obiettivo di trattenere almeno il 75% delle tasse in Lombardia e basta contributi pubblici a chi viene da chissà dove, prima c’è la nostra gente». Applausi per lui e applausi anche per la decisione di lasciare la segreteria.
Prima di lui hanno parlato diversi sindaci leghisti provenienti da tutta la Lombardia. Tra i più acclamati il vice-sindaco di Vigevano che non ha risparmiato insulti all’Italia definendola un «Paese di merda che ci ha schiavizzati». Duro anche il sindaco di Cairate Paolo Mazzuchelli che ha presentato un documento firmato da altri 500 leghisti nel quale chiede alla Lega di dare ai militanti un indirizzo chiaro e di mettere fine ai potentati fatti di capi e capetti, dimostrando che la lotta interna c’è e fa male al movimento. Intanto Maroni ha già stabilito la road map che porterà al congresso, presumibilmente il 15 dicembre, passando prima dall’assemblea federale della Lega, prevista per il 22 settembre, a dieci anni dall’ultima.
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