Una colomba artigianale? In Lombardia potete scegliere tra 4mila produttori
Con 17mila addetti e un valore complessivo stimato in 1,5 miliardi di euro, il settore dolciario lombardo si conferma tra i più produttivi in Italia
Con 17mila addetti e un valore complessivo stimato in 1,5 miliardi di euro, il settore dolciario lombardo si conferma tra i più produttivi in Italia. Milano prima in classifica per numero di attività. Varese è seconda per numero di addetti impiegati.
La Lombardia si scopre dolce. Secondo i dati emersi da un’elaborazione della Camera di commercio di Monza e Brianza, su dati di Infocamere e Istat, nel 2013 sono oltre 4mila le imprese attive nel settore dolciario in Lombardia.
Prima in classifica Milano con 1.419 imprese, quasi il 35% del totale, che hanno il loro core business nella produzione di cioccolato e prodotti di pasticceria. Seguono Brescia con 534 imprese, Bergamo con 397 imprese, e Varese con 335.
Il capoluogo lombardo ha poi un altro primato: quello delle imprese straniere attive nel settore. La caratteristica di queste aziende è quella di essere in prevalenza artigianali, o a conduzione femminile. Circa 1400 in tutta la Lombardia rispondono a questa seconda casistica. A premiare queste aziende è soprattutto la qualità dei loro prodotti. Dalla ricerca emerge infatti che nel periodo pasquale i consumatori prediligono la colomba e le uova di cioccolato di qualità artigianale. Per un periodo stimato in circa dieci giorni, relativo alle festività pasquali, il giro d’affari per le imprese dolciarie lombarde, aumenta di circa il 20 per cento.
Venendo ai dati nazionali Milano si posiziona sul terzo gradino del podio per numero di imprese attive nel settore, preceduta solo da Napoli (1.860 attività) e Roma (1.901).
In Lombardia gli addetti impiegati nel dolciario sono circa 17mila, con Milano in testa per numero di lavoratori (seconda in Italia) con 5.328 addetti, seconda solo a Cuneo con 8.041 lavoratori. Su scala regionale invece seguono Varese (2.623), Brescia (2.195) e Bergamo (1.603) per un valore complessivo della produzione stimato in circa un miliardo e mezzo di euro. Altro dato notevole si registra nel cioccolato nostrano che pesa nella bilancia degli scambi internazionali per circa 1,5 miliardi di euro, superando l’import che si ferma a circa 800 milioni di euro. I maggiori rialzi dell’export si registrano verso l’Africa (+ 20%), il Medio Oriente (+ 17,2%) e l’Asia (+8,6%).
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