Kunz: “Alla Hupac investiamo sulla sicurezza”
Il direttore del grande centro intermodale torna sull'incidente di marzo, quando fuoriuscirono vapori irritanti da una cisterna, e spiega: "In strada sarebbe stato molto peggio, il futuro delle merci è su rotaia"

Era il 13 marzo scorso quando i cittadini di Sant’Anna e Beata Giuliana, a Busto Arsizio, si svegliarono con un forte bruciore agli occhi e alle vie respiratorie, fuori l’aria era piena di fumo causato da una fuoriuscita di dipropilene glicolclilato da una cisterna situata in una delle aree interne al centro intermodale gestito dalla Fidia, a ridosso del terminal Hupac. La paura degli abitanti del quartiere, i Vigili del Fuoco impegnati a raffreddare la cisterna e a bloccare quella fuoriuscita di materiale irritante.
Oggi Bernhard Kunz, direttore di Hupac, guarda a quei fatti con serenità nonostante lo spavento: «Pensate se fosse successo con un camion sull’A8 in orario di punta – dice – il trasporto su rotaia rimane ancora il modo più sicuro per trasportare le merci, anche quegli agenti chimici che servono a creare i prodotti della vita di ogni giorno».
Dopo il tragico incidente ferroviario avvenuto alla stazione di Viareggio del 29 giugno 2009 e che provocò 33 morti e 25 feriti, i controlli sulla sicurezza dei carri merci sono diventati ancora più stringenti e anche alla Hupac sono stati presi provvedimenti in questa direzione: nuovi impianti antincendio e illuminazione a led su tutta l’area sono solo alcune delle misure prese. Dal 2005, infatti, un sistema computerizzato gestisce manovre e freni mentre è garantita la formazione professionale per una squadra di emergenza interna formata da 30 addetti che seguono 800 ore di formazione all’anno. Questi alcuni dei dati forniti nella conferenza stampa di questa mattina, mercoledì, nel terminal di Busto.

Ancora sulla sicurezza il direttore di Hupac Italia Kunz la spiega così: «I prodotti che usiamo ogni giorno sono fatti con sostanze chimiche che devono essere trasportate nei luoghi di produzione. In riferimento alla sicurezza e all’incidente di qualche mese fa vi chiedo: dove vi sentite più sicuri se c’è un incidente ad una cisterna? In strada o in un terminal come questo? Nonostante le eccezioni la ferrovia è tra le 60 e le 80 volte più sicura della strada. Il container sul treno non è il diavolo ma rappresenta posti di lavoro e miglioramenti per la vita di tutti. Se tutta la merce spostata da Hupac viaggiasse su strada il consumo e l’inquinamento aumenterebbe del 70 al 90% e ci sarebbe una colonna di 20 km di camion ogni giorno sull’autostrada».
Per questo alla Hupac attendono con ansia l’apertura del tunnel di base del Gottardo e l’ammodernamento della linea di Luino con l’innalzamento a 4 metri dei profili delle gallerie: «Una volta conclusi queste importanti infrastrutture potremo aumentare il volume delle merci su treni e diminuire i camion sulle strade con tutti i vantaggi in termini di abbattimento dei costi da parte delle imprese. Anche le aziende di trasporto che si sono spostate dall’Europa occidentale a est non avrebbero più ragione di esistere ma si potrebbe riportare il lavoro per i camionisti qui con viaggi molto più brevi. L’Europa chiede questo, le politiche di trasporto europee vanno in questa direzione».

Numeri da record, intanto, sono quelli snocciolati dalla dirigenza dello scalo intermodale: lo scalo Hupac di Busto Arsizio nasce nel ’73, ad oggi sono 184 i collaboratori a Busto che è cruciale per Hupac. Il traffico nel 2013 vede lo smistamento di 25 coppie di treni al giorno per 23 mln di fatturato. Il potenziale non è attualmente sfruttato a pieno con i 37 binari di Busto-Gallarate si possono gestire fino a 34 treni al giorno. Ogni giorno sono 1300 gli autisti che arrivano e partono da Busto e 24 i terminal coinvolti in Europa.
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