Sulla fecondazione eterologa è scontro in Consiglio

La maggioranza ha respinto le due mozioni presentate da M5S e Pd con Patto civico che chiedevano di rivedere i termini della delibera del 12 settembre.

Il Consiglio regionale della Lombardia ha bocciato le due diverse mozioni presentate dal Movimento 5 Stelle e da Pd con Patto Civico che domendavano di riscrivere la delibera di Giunta sulla fecondazione eterologa.

«La mozione – ha detto Paola Macchi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle – chiedeva di consentire la Fecondazione eterologa senza resuscitare echi  dei blocchi incostituzionali della Legge 40 che ha generato sofferenza per migliaia di coppie. Chiedevamo che Maroni intervenisse presso il Governo per fermare la melina sui regolamenti identici per tutte le regioni ,  che non arrivano mai. Chiedevamo che la Lombardia poi, assimilasse l’importo de i ticket per l’eterologa a quelli dell’omologa e prevedesse un’adeguata copertura economica per consentire a tutti i cittadini lombardi di poter accedere al servizio, mettendo fine ad una effettiva discriminazione economica. Il M5S chiedeva anche di prevedere un rimborso totale delle spese eventualmente sostenute dalle donatrice per la stimolazione di produzione degli ovociti, come avviene peraltro in quasi tutti i paesi esteri. In Lombardia sul tema eterologa ha vinto il familismo cattolico che da un lato auspica il modello di famiglia con figli e dall’altro si oppone alla procreazione di coppie che non se lo possono permettere economicamente.  Prima si fa ricerca per arrivare alla fecondazione artificiale, anche eterologa, e poi la si nega con pretestuosi motivi etici, ma solo a chi non ha soldi. Questa sarebbe etica? »

La stessa maggioranza di centrodestra in Consiglio ha bocciato anche la seconda mozione: «Purtroppo la maggioranza si è arroccata sulle sue posizioni parandosi dietro alla scusa economica, ma chiaramente esplicitando una posizione preconcetta di fondo. Rimane dunque in essere questa delibera sbagliata, ingiusta e iniqua che consentirà solo ai ricchi di poter scegliere di rivolgersi a centri privati o altrove e di pagare per avere un figlio con questa tecnica – ha affermato la vicepresidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi – . Resta comunque l’auspicio che nella Conferenza Stato Regioni il 25 settembre prossimo si possa effettivamente trovare una modalità di applicazione omogenea della fecondazione eterologa in tutte le regioni, a cui alla fine chiediamo che si accodi anche la Lombardia».

«La questione etica è già risolta a monte dalla legge che fissa i confini entro cui muoversi, ovvero le coppie eterosessuali, in età fertile, conviventi o sposate come da articolo 31 della Costituzione. Il punto vero sono le modalità di applicazione di quanto stabilito dalla Corte costituzionale. E Regione Lombardia opera in tal senso la scelta più oscurantista possibile producendo, nel tentativo di ostacolare comunque il ricorso all’eterologa, una discriminazione odiosa tra le coppie benestanti e quelle che invece non potranno permettersi i costi della terapia – dice la capogruppo del Patto Civico Lucia Castellano – . Il centrodestra lombardo, in modo crudele e iniquo, nega un diritto imponendo la propria visione integralista. E il paradosso è che lo fa proprio a danno di quella famiglia tante volte sbandierata come feticcio da esaltare e difendere”.

Soddisfatto, invece, della risposta del Consiglio è stato l’assessore e vicepresidente Mario Mantovani: « Da Regione Lombardia su un tema tanto delicato qual è quello della fecondazione eterologa, è arrivato un segnale di grande responsabilità ed equilibrio. Rivendichiamo pertanto con forza l’operato della Giunta, respingendo ogni accusa in merito al fatto che questo provvedimento non sia in linea con i contenuti dell’accordo Conferenza Stato Regioni. Auspicavo che queste mozioni fossero ritirate : mi pare, infatti, che la nostra Giunta si sia assunta tutte le responsabilità del caso, tanto più in una fase di ‘vacatio legis’ come quella attuale. Su questioni così delicate, in cui gli argomenti di scienza e di coscienza si vanno a sovrapporre, a mio avviso, sarebbe stato più opportuno abbassare i toni del confronto».  Il vice presidente ha rivendicato, in particolare, i contenuti della delibera approvata lo scorso 12 settembre. Dalla scelta di non inserire la fecondazione eterologa nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) in attesa di un chiaro pronunciamento da parte del Governo, al fatto di ammettere la fecondazione eterologa solo per coppie con una condizione di sterilità e/o infertilità certificata irreversibile, sino alla ferma volontà di non aprirsi ai rischi di una deriva eugenetica: «Il nostro  – ha concluso Mantovani – è stato un operato assolutamente trasparente e che ritengo debba essere considerato un esempio anche per le altre Regioni». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Settembre 2014
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