Debiti della Provincia, ecco la ricetta dei costruttori
La proposta presentata dall’Associazione nazionale costruttori edili, punta a far “rientrare” Villa Recalcati con lo strumento del factoring. Esposte per 3 milioni una trentina di aziende con 500 posti
Crediti incagliati, non onorati: esegui i lavori per un ente pubblico e i soldi non arrivano: una scena già vista e sentita migliaia di volte. Ma, nella pratica, cosa fare? La soluzione proposta dai costruttori varesini potrebbe rappresentare un precedente interessante che riguarda anche altre associazioni esposte nei confronti del Pubblico.
Tre milioni di euro di arretrati è infatti la somma dovuta dalla Provincia di Varese alle aziende edili che hanno eseguito fino ad oggi lavori di sistemazione stradale, sgombero neve, sfalcio dell’erba. Ma c’è un problema: i soldi per pagare sono difficili da trovare (la Provincia ha appena pagato circa 5 milioni di arretrati ndr), per questo la soluzione proposta dall’ANCE, i costruttori edili di Varese è il “factoring”, l’anticipo dei crediti, di cui i vertici dell’associazione hanno parlato oggi nel corso di una conferenza stampa.
«La riforma Delrio ha causato gravi disagi alle imprese che hanno realizzato lavori per le Province: strade, o sistemazione di immobili, come le scuole – ha spiegato Orlando Saibene, presidente ANCE Varese (foto sotto, a destra)- . Si tratta di ritardi nei pagamenti dei lavori eseguiti. Ma non solo: da parte nostra vi è anche grande preoccupazione per egli appalti in essere. Parlammo a suo tempo di questo problema, oltre che del livello dei prezzi per le opere eseguite, col commissario Dario Galli. Oggi, dopo il rinnovo amministrativo dell’ente, abbiamo avuto un incontro col presidente Gunnar Vincenzi ha assicurato di prendersi cura delle nostre richieste e trovare una soluzione. Tuttavia, nel frattempo, permane una situazione grave per quanto riguarda gli imprenditori esposti».
In tutto sono una trentina i costruttori varesini coinvolti nei ritardi dei pagamenti di Villa Recalcati: insieme rappresentano oltre di 500 dipendenti, come ha confermato Giancarlo Civelli, presidente della commissione Lavori pubblici di ANCE Varese: «A questi si deve poi aggiungere l’indotto costituito dalle aziende che vendono materiali di costruzione, logistica e altro».
Non è solo una questione di soldi, ma anche di sicurezza: le strade, senza manutenzione, non possono stare.
L’associazione che raggruppa i costruttori varesini propone a questo punto una soluzione che arriva dalla scienza bancaria, la cessione di credito, o “factoring”: in pratica una banca anticipa gli importi dovuti, rivalendosi poi sul committente dell’opera, in questo caso la Provincia, che in qualità di ente pubblico ha assicurato il pagamento. Il problema è “quando”: secondo l’Associazione, Villa Recalcati ha asssicurato di effettuare i pagamenti entro il 2016: troppo, per le imprese esposte che hanno già svolto i lavori, pagato i dipendenti e i materiali.
«Col factoring i soldi vengono saldati immediatamente – spiega Juri Franzosi, direttore generale ANCE Varese (nella foto, a sinistra)- e la banca o l’istituto che opera l’anticipo del credito (formula “pro soluto”), tra l’altro, fa pagare una commissione di circa il 3% che risulta di gran lunga meno onerosa degli interessi di mora, oggi attorno al 9%».
Certo, la messa in mora, con relativa azione legale in sede civile che ne consegue è una delle strade percorribili, anche se deve fare i conti coi tempi della giustizia.
«Abbiamo scelto di percorrere questa strada, e non le vie legali, perché riteniamo di avere a che fare con persone perbene e di buon senso che si stanno impegnando per risolvere la questione – ha spiegato Saibene – . Circa tre settimane fa abbiamo inoltrato la nostra proposta alla Provincia: ci attendiamo a giorni una decisione. Naturalmente i costi del factoring chiediamo vengano messi in capo all’Ente. Fatto, ripeto, che costituisce comunque un deciso risparmio se confrontato con gli interessi legali».
Le tappe dell’operazione proposta dai costruttori parte da un tavolo con la Provincia, cui far seguire immediatamente una convenzione, dove rivedere anche i prezzi di listino dei lavori e dare poi seguito all’anticipo, così da liberare risorse da immettere nel circuito imprenditoriale: «Viviamo il paradosso di assistere a situazioni di crisi di aziende che sono piene di crediti, e non di debiti. E questo è inaccettabile», ha concluso Saibene.
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