Premiato Ermanno Montoli che fece grande il Pronto Soccorso

Pierfausto Vedani racconta da cronista della prima ora l’impegno di un uomo che ha seminato buon senso e rigore morale

pronto soccorso varese ospedale di circolo 2005

“Se il Pronto Soccorso dell’ospedale di Circolo oggi è sempre affollato la colpa è anche del suo vecchio primario, il dott. Ermanno Montoli, che ne aveva fatto un punto di riferimento per i cittadini bisognosi di cure .”

La singolare valutazione è di un esperto della sanità regionale che evidentemente preferisce accantonare fattori concreti, non fantasiosi e al limite del ridicolo, per spiegare la annosa crisi di uno dei più importanti reparti del nostro ospedale.

Crisi causata dalla inadeguatezza della risposta regionale alle esigenze dell’intero sistema sanitario del comparto del Nord Ovest, Varese-Verbano, che era già un problema nel 2001 quando venne avviato il progetto del nuovo monoblocco del “Circolo”. Per il quale erano ufficialmente previsti 757 posti letto. Dopo 14 anni non ne sono mai stati “aperti“ più degli attuali 560.

Quando ho letto la notizia della consegna al dottor Montoli della “Rosa Camuna”, riconoscimento regionale per i lombardi che molto hanno dato alla comunità, ho provato autentica soddisfazione per lui, uomo e medico strepitoso, per i suoi collaboratori, medici e infermieri, che ne hanno seguito l’esempio creando una tradizione onorata anche oggi dalle nuove generazioni.

Di questi tempi non è facile il rapporto dei medici con una classe politica ancora lontana dalla piena consapevolezza che nasce da una vera cultura sanitaria.

Alla sua preparazione scientifica Ermanno Montoli ha sempre unito umanità, disponibilità e comprensione nel segno di una semplicità e di una trasparenza eccezionali, dopo di che era inevitabile che ogni paziente lo considerasse da subito se non un amico una persona della quale ci si poteva fidare al massimo.

In molti decenni di attività il dott. Montoli ha seminato buon senso e rigore morale, professionalmente ha curato sempre la sua preparazione anche approfondendone vari aspetti.

Un maestro che non ha smesso di studiare, un esempio di grande affidabilità, una dedizione formidabile all’ospedale dove ha iniziato giovanissimo ed è stato accolto con simpatia. Quando è andato in pensione aveva accumulato montagne di arretrati per ferie non godute pur sapendo che non potevano essere retribuite.

Della sua cultura del Pronto Soccorso i cronisti avevano capito la molla principale: lottare sempre e comunque con tenacia e convinzione perché la vita vincesse. Innumerevoli i casi limite, dal magazzino della memoria riaffiora il caso di un ragazzo sulla strada, ormai coperto da un lenzuolo: un segnale terribile non raccolto però dai volontari della CRI e tanto meno al PS. Vinse la vita, si parlò di un miracolo, fu solo grande professionalità. Che al Pronto Soccorso è storica.

Furono anni in cui succedeva di operare, medicare, curare a volte 300-350 persone al giorno e nessuno finiva in una barellaia: per chi doveva essere ricoverato il posto letto non era un problema.

Da qualche anno è storica l’inospitalità del “Circolo”, allora attribuirne sia pure in minima parte e indirettamente la responsabilità a un medico evidenzia che ci sono dei sani da legare anche in ambienti insospettabili.

Doveva essere il mio un saluto affettuoso da vecchio cronista, l’ho contaminato con la polemica. Chiedo scusa a Ermanno Montoli e l’abbraccio senza dimenticare che egli ha sempre evitato i confronti: ”Abbiamo fatto quello che dovevamo fare, non si possono paragonare due sistemi sanitari molto diversi”.

Non va oltre il dottor Ermanno e lo si può capire. L’ospedale di Circolo prima di tutto va amato.

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Pubblicato il 29 Maggio 2015
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