Tarantino ha quasi pronta la giunta rinnovata, ma deve tener d’occhio i partiti
A undici giorni dal voto, il sindaco confermato al primo turno ha quasi la squadra di governo: Lega e Forza Italia si giocano gli equilibri in giunta, il primo cittadino dovrà farsi carico dell'assessorato al bilancio

A Samarate sono ancora in corso le trattative per la formazione della giunta Tarantino: il primo cittadino, a quattro giorni dal voto in cui ha trionfato al primo turno con il 53,5% dei consensi, prevedeva di definire la giunta «entro martedì» (quello appena passato), ma i tempi si sono allungati di qualche giorno. Al centro, c’è la necessità di garantire gli equilibri di coalizione (quattro liste, di cui una fedelissima del sindaco), che però si scontra anche con la realtà del risultato elettorale. E rispetto alla giunta del primo mandato, Tarantino rinnoverà pressoché tutti i nomi.
Le elezioni del 31 maggio hanno visto infatti una forte affermazione della Lega Nord, mentre Forza Italia (che ha perso la componente di Luigino Portalupi e quella dei cattolici popolari vicini a CL) ha visto un significativo arretramento, fermandosi al 10%. Un risultato dunque che ha mescolato le carte: da un lato la Lega che chiede di riconoscere il contributo fondamentale, dall’altro Forza Italia che vorrebbe comunque garantita almeno la presenza di due assessori, ma forse anche la presidenza del consiglio comunale.
Le caselle da sistemare sono infatti queste: cinque assessori e il presidente del consiglio, una figura che di fatto “detta” i tempi della politica, spesso sulle questioni più centrali (bilancio, urbanistica…). Un posto va di sicuro ad Alleanza per Samarate, che sarà rappresentata da Vito Monti, il più votato con 90 preferenze. Due sono certi per la Lega Nord, due per Forza Italia. E l’ultimo? A ben vedere, spetterebbe alla lista civica “del sindaco” Progetto Comune, che però a questo punto farebbe un passo indietro, per il quieto vivere dei partiti. E quindi: il posto rimanente spetta a Forza Italia o alla Lega Nord.
A complicare tutto c’è anche la questione della “quota rosa”, due assessorati come minimo: i nomi sarebbero quelli di Linda Farinon (per la Lega) e Alessandra Cariglino (per Forza Italia, la più votata). Ma c’è anche la questione interna a Forza Italia, dove si devono rispettare gli equilibri tra la corrente “laica” di Agorà (l’associazione di Nino Caianiello, che ha molto investito i suoi uomini per esempio nella comunicazione sui social) e le componenti che non si riconoscono in Agorà, come Orizzonte Ideale e altri.
Due, poi, sono gli assessorati centrali da assegnare: urbanistica e bilancio, che richiedono vere competenze ed esperienza e sono anche (per l’urbanistica) osservate speciali perché si devono evitare eventuali conflitti d’interesse. Sull’urbanistica Tarantino avrebbe accettato un passo indietro sulla richiesta iniziale di mantenere in giunta Marco Bonacina, mentre sul bilancio la delega rimarrebbe allo stesso sindaco, non avendo nomi con competenze specifiche all’interno delle liste (l’assessore uscente Luciano Pozzi, invece, era candidato nelle file degli sfidanti “arancioni”).
La giunta sarebbe dunque tutta nuova, o quasi. Ricapitolando: la Lega rappresentata da Enrico Puricelli (unico riconfermato in virtù del gran risultato elettorale) e Farinon, Forza Italia con due assessorati, Alleanza per Samarate uno, il sindaco terrebbe la delega al bilancio (e altre?). Progetto Comune rimane a bocca asciutta, ma sarebbe rappresentata da Tarantino e con alcuni presidenti di commissione, in collegamento con le deleghe in mano allo stesso Tarantino. Tutto, a questo punto, si gioca sull’ultima casella: alla Lega o a Forza Italia? E se a Forza Italia, a quale delle componenti?
Di certo le consultazioni si stanno prolungando, lo ha rilevato anche una voce semi-interna alla maggioranza come Eliseo Sanfelice, che ha chiesto al sindaco «coraggio» nelle scelte, al di là degli equilibri tra i partiti. L’attesa, in ogni caso, sarebbe alle ultime ore: lo stesso sindaco parla della giornata di venerdì per definire l’assetto, con un «accordo complessivo che dia garanzie a tutti».
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