Una full immersion universitaria per 28 studenti liceali
Si è concluso lo stage di due settimana del gruppo di studenti che ha partecipato alle proposte “Bio-word” e “B-factor” dell'Università dell'Insubria

Dopo due settimane si concludono oggi, 26 giugno 2015, gli stage “Bio-word” e “B-factor” organizzati dall’Università degli Studi dell’Insubria per i ragazzi di quarto superiore interessati, rispettivamente, alle scienze biologiche e alle biotecnologie.
I ventotto studenti ammessi hanno svolto un percorso comune la prima settimana, e un percorso mirato nella seconda settimana, con attività specifiche, laboratori e lezioni dedicate.
Hanno potuto così sperimentare delle vere e proprie lezioni universitarie tenute dai docenti dell’Università dell’Insubria: la professoressa Elena Bossi ha parlato di “Biologia- Cronobiologia e i Ritmi della Vita”, dando ai ragazzi una visione dei ritmi fisiologici che determinano la nostra giornata come spunto di riflessione per ricerche in ambito Biologico, biotecnologico e medico –fisiologico.
Il tema della “Sicurezza nei laboratori Biologici”, è stato affrontato dal professor Fabio Conti, con l’obiettivo di fornire istruzioni di base per muoversi in sicurezza in un laboratorio Biologico.
L’insolito tema “Perché esiste il sesso? Un dilemma biologico a lungo irrisolto” è stato trattato dal professorFrancesco Acquati. Quindi sono stati affrontati argomenti affini alle tematiche di Expo 2015: il professor Roberto Valvassori ha parlato di insetti e alimentazione; il professor Marco Saroglia di acquacoltura – con visita guidata all’impianto stesso – e la dottoressa Nicoletta Fulagaro ha presentato il progetto Zephyr, ossia la camera di crescita per diversi tipi di piante il cui prototipo è nella sede di via Dunant.
Dopo la parte teorica i biologi e biotecnologi in erba hanno potuto indossare il camice e toccare con mano le attività di laboratorio. «I ragazzi hanno seguito tre laboratori didattici lavorando di persona su preparati istologici e con DNA e Batteri – aggiunge la professoressa Elena Bossi – successivamente hanno fatto una esperienza direttamente nei laboratori di ricerca, in relazione alle preferenze (biologiche o biotecnologiche). Hanno così avuto la possibilità di vedere in prima persona l’attività di ricerca svolta in due distinti laboratori universitari. Tutto questo è stato possibile anche grazie al supporto che ci è stato fornito dai tutor, studenti delle lauree specialistiche, che hanno seguito passo passo gli stagisti. Ci auguriamo che questo interesse e l’attenta partecipazione vengano riconfermati il prossimo anno quando i ragazzi potranno scegliere e frequentare i nostri corsi di laurea».
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