Moretti: “Sconfitta nata dalle troppe palle perse”

Il coach ammette la sconfitta e avvisa: "Concessi troppi canestri facili". Pagelle: bene Wayns e Kuksiks, Campani invece è stritolato

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Dal nostro inviato – Paolo Moretti ammette la sconfitta, fa i complimenti agli avversari ma lascia anche tutto aperto per il passaggio del turno. «La fisicità e la pressione difensiva e tecnica hanno fatto la differenza. Questo è il primo motivo della sconfitta, il secondo è la mancanza di feeling sulla partita, e questo lo dimostra il numero alto di palle perse: comlimenti ad Anversa che si merita la bella, vediamo come va gara 3 perché in queste due le squadre in trasferta hanno giocato male».

Poi il coach prosegue: «Era prevedibile che loro giocassero in questo modo. Non abbiamo avuto il giusto impatto di squadra e così qualcuno ha sofferto di più, qualcun’altro invece ha resistito più a lungo. Però era chiaro che stavamo faticando molto. La chiave è stata la cattiva gestione dei nostri possessi: abbiamo tirato di meno per via delle palle perse e concesso troppi punti facili. Giusto così, hanno dimostrato di essere più in palla di noi stasera. Abbiamo tirato bene ma – ripete – le palle perse sono state fondamentali: ora torniamo a Varese, ci riposiamo e pensiamo a Pistoia che è estremamente importante. Quindi penseremo alla bella che vogliamo preparare con attenzione».

Sul fronte opposto Roel Moors incassa i complimenti. «Avevo chiesta pressione in difesa, anche di squadra, e attenzione agli uno contro uno di Varese. Siamo riusciti anche a cambiare mentalità durante la partita, abbiamo iniziato un po’ contratti sia in attacco sia in difesa, ma poi abbiamo migliorato gli aiuti, ed evitato che Varese giocasse quel basket troppo efficace giocato in Italia. Questa era la sola via per arrivare alla vittoria».

Chiusura con Rihards Kuksiks, che ha provato a tenere i suoi in linea di galleggiamento. «Io mi sentivo bene e così ho giocato, ma al di là della mia partita mi dispiace che la squadra non sia riuscita a vincere. Sapevamo che Anversa è un team dotato di grande fisicità e poi per noi giocare 3 volte in 6 giorni non è stato facile. Non è una scusa, ma l’avvicinamento alla gara è stato questo e non siamo riusciti a raddrizzarla strada facendo».

P A G E L L E

DAVIES 5,5 – Viene da premiarlo perché l’impegno non manca, anche se sui due lati del campo stavolta fa molta fatica, vuoi per i raddoppi da una parte, vuoi per il tonnellaggio di Waldow e soci dall’altra. Però, in una serata di carestia, produce numeri discreti e dimostra voglia di sbucciarsi le ginocchia.

WAYNS 6,5 (IL MIGLIORE) – Per lunghi tratti tiene in piedi l’attacco da solo. Poi la panchina di inizio terzo periodo non gli fa bene, al rientro stecca anche lui e quando si riaccende nel finale è troppo tardi. Però prova coraggiosa quando c’è ancora una gara da giocare.

VARANAUSKAS 6 – Entra solo in qualche “special team”, come nel football americano. Non incide ma ha pochi minuti per farlo, nulla da rimproverare.

CAVALIERO 5 – Partita incolore, nella quale si ricordano forse un paio di assist e di belle difese. Per il resto però, passa la serata a prendersi canestri in faccia dagli esterni di Anversa.

WRIGHT 5 – A parte qualche spunto nei primissimi minuti, si capisce che non è la sua serata. Tante, troppe palle perse anche in modo banale (una pure su rimessa, fino a oggi l’aveva scampata) non bilanciate da invenzioni offensive. Buone cifre ma stavolta non lo salvano.

CAMPANI 4,5 (IL PEGGIORE) – Fuscello in mezzo ai pesi massimi della difesa belga, finisce stritolato da muscoli e cattiveria altrui. Sintomatico quel gancetto nel finale che, da due metri, non prende il ferro: lo hanno prosciugato e asfaltato.

KANGUR 5 – Ci prova con la consueta cattiveria, poi capisce che i fischi lo penalizzano e si innervosisce senza più ritrovare il bandolo della matassa.

FERRERO 5 – Di solito è “bello di notte”, stavolta cava un paio di canestri di rapina ma incide pochissimo. Lo zero alla voce rimbalzi ne certifica le difficoltà.

KUKSIKS 6,5 – In dubbio fino all’ultimo, è uno di quelli che escono a testa alta: conclusioni intelligenti, canestri importanti, movimenti sul campo ben eseguiti. Ma è chiaro che la benzina è limitata e lui non è il salvatore della patria.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 29 Marzo 2016
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