La colombina solida

Nuovo appuntamento con il tour naturalistico della provincia di Varese grazie al nostro lettore Teresio Colombo

La colombina solida

Il giorno 6/4, appena alzato, il cielo era lattiginoso e lasciava poche speranze di bel tempo ma col trascorrere del tempo  la giornata si è presentata sempre più calda e stabile per cui ho deciso di andare in palude Brabbia a verificare l’andamento stagionale delle fioriture. La Palude Brabbia è una zona umida naturale situata a sud –ovest del lago di Varese che dal 1984 è stata designata Riserva Naturale Regionale Orientata attribuendone la gestione alla Provincia di Varese che dal 1994 si avvale per le attività di vigilanza, manutenzione e attività didattico naturalistica, della Lega Italiana Protezione Uccelli. L’area di ca. 450 ettari è stata dalla seconda metà dell’800 alla prima metà del 900 un sito di torbiere ed è divisa in 3 zone di cui la B e la C sono sempre aperte al pubblico e visitabili senza alcuna autorizzazione o comunicazione. Queste notizie sono ricavate da un apposito volantino distribuito gratuitamente dalla Provincia di Varese ed è disponibile ancghe nella sede di prima accoglienza dei visitatori sita in Inarzo.

Per chiarire entro nella fascia C passando dal comune di Inarzo perché la ritengo la parte di più facile accesso e dotata di un posteggio sufficientemente ampio, appena arrivato la vegetazione è particolarmente attraente tanto da farmi superare il primo ponticello su torrente Brabbia così da poter fotografare la Consolida femmina (1) (Symphhytum tuberosum)  questa borraginacea è in netta diminuzione anche se meno ricercata rispetto a quella officinale sia perché non ha qualità terapeutiche o alimentari di particolare interesse; nelle vicinanze è presente l’Alliaria comune (2, 3) (Alliaria petiolata) brassicacea comune in tutto il territorio provinciale, le foglie hanno un tenue odore di aglio tanto che parecchi l’utilizzano per insaporire le insalate senza le contro indicazioni date dall’aglio; sempre nelle vicinanze vedo una decina di esemplari di Colombina solida (4) (Corydalis solida)che in genere trovo al Campo dei Fiori sotto la pensione “Irma”dopo la seconda decade di aprile (N.B. in un giro di verifica della situazione al Campo dei Fiori il g 11/4 l’ho trovata già fiorita). Prima di lasciare il posto non posso trascurare una foto per riprendere una parte di cespuglio di Maonia (5)(Mahonia aquifolium) questo esemplare è stato piantato da qualcuno.  Realizzate le foto sulla parte pianeggiante sono attratto dalla vegetazione riparia e in particolare dalla Cardamine delle rive (6) (Cardamine rivularis) che è la prima volta che la vedo non sui libri anzi devo dire che mi sembra il crescione d’acqua solo che il crescione è più tardivo, risalgo la riva e trovo l’Anemone giallo (7, 8)(Anemone ranuncoloides)  è abbastanza strano che fiori come la colombina  o l’anemone giallo si trovino in luoghi così diversi come la palude Brabbia ed il Campo dei fiori.

Penso sia opportuno non attardarmi oltre e dirigermi almeno fino al punto di osservazione, nel frattempo scorgo una serie di piccoli ciliegi con i rami portanti i fiori anche a portata di macchina fotografica per cui ritengo opportuna fermarmi a fotografare il fiore del Ciliegio (9) (Prunus avium), quindi proseguo per il punto di osservazione quando, poco prima della deviazione noto, nel prato sulla destra, una seria di esemplari di Edera terrestre (10, 11) (Glechoma hederacea) fiore della famiglia delle Labiate, abbondante in tutto il territorio provinciale ma dimenticata dalla maggioranza della popolazione che aveva, fino all’inizio del secolo scorso, usata per alleviare la tosse con infusi delle sue foglie, dal vago sapore di menta, con aggiunta di miele; ricordo che questa modesta pianta è un sempreverde ed è stata utilizzata anche per fabbricare un tipo di birra.    Intanto arrivano 2 persone con macchine fotografiche munite di teleobiettivi a molti ingrandimenti per le foto ai volatili ci salutiamo e scambiamo qualche idea loro sono disillusi perché non hanno trovato i soggetti che intendevano fotografare io invece ho trovato i fiori che cercavo tranne l’aglio ursino che ho trovato solo in bocciolo così come la dentaria a cinque foglie, e la ottonia se c’è la trovo nei chiari d’acqua più avanti.

Salutati i due fotografi di uccelli proseguo per il punto di osservazione vicino a dove dovrei trovare l’ottonia che è una primulacea che  cresce nelle acque limpide, con scarso movimento e la pianta rimane in acqua completamente sommersa tranne lo stelo fiorale  che è quindi l’unica parte emergente, nel frattempo vedo un’ampia distesa di Ranuncolo favagello (12)(Ranunculus ficaria), devo dire che è la prima volta che ne vedo una così notevole quantità nello stesso sito. Sono arrivato ad un sito di avvistamento della fauna locale ma il sole tiene lontani i volatili,non è l’ora migliore per vedere gli animali che per vederli numerosi è meglio scegliere le ore vicine all’alba od al tramonto oppure scegliere giornate particolarmente umide. Comunque, prima che mi allontanassi dal punto di osservazione   ho avuto modo di vedere una folaga che si muoveva nel chiaro d’acqua. Prima di allontanarmi dal punto di osservazione vedo una Carice contratta (13) (Carex disticha) da ultimo vedo il bel giallo di un fiore di Fragola matta (14) (Duchesnea indica) dal frutto insipido che sarà in nostra compagnia fino al mese di settembre con fiori e frutti.

Teresio Colombo

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 13 Aprile 2016
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