Openjobmetis, la “sporca dozzina” con pregi e difetti

Conosciamo più da vicino i giocatori a disposizione di Paolo Moretti per la stagione 2016/17 nel classico articolo con "frecce verdi" e "frecce rosse"

openjobmetis benfica

I preliminari di Champions e l’inizio del campionato hanno fatto slittare la presentazione – giocatore per giocatore – che ormai è diventato un appuntamento classico per i nostri lettori. Ecco dunque la “sporca dozzina” a disposizione di Paolo Moretti, gli uomini cioè chiamati a difendere i colori della Pallacanestro Varese in questa stagione 2016-17 nata con tante speranze e articolata sul doppio impegno, non semplice, Italia-Europa.

1 – Oderah “O.D.” ANOSIKE (Pivot – 2,03 – 1991 – Nig)
– Se a basket si vincesse contando i rimbalzi, Varese avrebbe in squadra una specie di Lebron James, perché in questa voce statistica OD ha davvero pochi rivali e per tecnica e fiuto può andare quasi sempre in “doppia cifra”. Per il resto il pivot può contare su un’esperienza italiana già solida, su un fisico utile nella difesa sull’uomo e su una discreta presenza offensiva, a patto che non si allontani da sotto il canestro (servito con scarico o isolato che sia).
– Il precampionato di Anosike non è stato dei più brillanti e ha messo in luce un po’ tutti i difettucci che gli si riconoscono. Prendendo in prestito una frase di Shaquille O’Neal (grazie a un lettore che ce l’ha ricordata), «se al cane non dai l’osso, non fa la guardia alla casa»: se cioè non sfrutti il pivot in attacco, lui in difesa non dà una grossa mano. Le difficoltà in lunetta, al tiro piazzato e alla difesa di squadra sono tutti punti su cui gli avversari possono speculare.

Basket amichevole pallacanestro varese
Le ginocchia di Maynor in primo piano…

3 – Eric MAYNOR (Play – 1,93 – 1987 – Usa)
– È senza dubbio lo “steal of the draft” della Serie A (traduciamo e adattiamo: il colpaccio a un prezzo di sconto) per qualità cestistiche, esperienza in quota NBA e talento puro. A livello di assist vede ciò che gli altri neppure immaginano e, se la partita lo richiede, sa mettersi in proprio per arrotondare anche il bottino di punti.
– Entrambe le ginocchia a pezzi negli ultimi tre anni. Purtroppo bisogna partire da questo assunto per spiegare il perché uno come Maynor sia a Varese e perché c’è il rischio che la stagione biancorossa dipenda tanto da lui. La lentezza nell’entrare in condizione (nelle prime uscite Eric a tratti ha camminato in campo…) e ancor più nello spremersi in difesa è una caratteristica condizionante per l’economia di tutta la squadra.

4 – Aleksa AVRAMOVIC (Play – 1,92 – 1994 – Ser)
– Gambe esplosive, faccia tosta (senza sbruffonerie, almeno a prima vista) tipica di chi arriva dalla Serbia e sa di essere capace di giocare a basket, ball-handling notevole di mano sinistra. E un passato recente di stellina nel campionato nazionale: Coldebella ha fatto una scommessa ponderata alla quale mezza Europa, ogni tanto, lancia un’occhiata.
– Da verificare a un livello mediamente superiore a quello affrontato fino a qui in carriera. Non è un caso se contro i pressing organizzati abbia faticato abbastanza, né se a livello di scelte offensive sia talvolta andato a sbattere contro gente più furba e grossa. Capitolo difesa: la voglia c’è tutta, ogni tanto però si spende a vuoto.

5 – Norvel PELLE (Pivot – 2,11 – 1993 – Ant)
– Prendete un giovanotto alto 2 metri e 11, sottopeso, con braccia lunghe e gambe salterine e mettetelo al centro dell’area colorata. Quanti, secondo voi, avranno voglia di puntare il ferro con un elemento del genere? Ecco, Varese ha scelto come pivot di riserva un vero “portiere” che in certi casi può sopperire a suon di stoppate alle carenze difensive degli esterni. E in attacco può schiacciare qualsiasi cosa passi sopra il canestro.
– È ancora giovane e ha tempo per affinare una tecnica – di mani e di piedi – che è ancora largamente insufficiente. Vietato servirlo in corsa, vietato farlo palleggiare in avanti, quasi vietato permettergli di tirare dalla media. E attenzione a chiamarlo per bloccare: il fallo in attacco è sempre in agguato. Paolo Conti nello staff tecnico però, può aiutarlo tantissimo.

6 – Massimo BULLERI (Play – 1,88 – 1977 – Ita)
– Per il Bullo vale – sul fronte dell’esperienza – quello che abbiamo scritto di Anosike sui rimbalzi. Veteranissimo della Serie A, conosce a menadito campi, piazze, arbitri e avversari. Sarà utilizzato poco (speriamo! Nel senso che ciò coinciderebbe con un Maynor in forma) ma in quei minuti è pronto al guizzo decisivo in attacco come pure alla difesa da coltello tra i denti, mordi e fuggi.
– Il Bulleri che vinceva gli scudetti o le medaglie con la nazionale è, ovviamente, materia da libro di storia del basket azzurro. E di solito i play americani ruzzolati qui da oltre oceano di libri ne leggono pochini: difficile quindi che il servizio del veterano possa andare oltre quello che abbiamo scritto sopra, e cioè a qualche minuto di qualità.

10 – Daniele CAVALIERO (Play – 1,88 – 1984 – Ita)
– Un altro giocatore di cui si sa tutto è il capitano, cui ancora oggi brucia non aver sollevato il trofeo di Fiba Europe Cup. Reduce da un’estate passata a curare la spalla infortunata a gennaio, è tornato mettendo a disposizione le doti di sempre: farà da chioccia a Johnson, pronto a puntellare la posizione 2, regalerà qualche serata da onnipotenza al tiro e proverà a mordere le caviglie ai pari ruolo avversari, forte dell’esperienza e di un fisico – a livello di gambe – che non gli fa soffrire troppo certi confronti.
– Il tiro, abbiamo detto, è allo stesso modo croce e delizia, perché quando entra è decisivo ma quando non gira… anche perché in penetrazione Cavaliero non è esattamente un caterpillar. In difesa ci prova sempre, il che non vuol dire che sempre ci riesca.

openjobmetis - Benfica 70-72
Luca Campani

12 – Luca CAMPANI (Ala-pivot – 2,08 – 1990 – Ita)
– Ha davanti a sé una possibile svolta della carriera. Nonostante la buona stagione passata, Campani non dovrebbe avere alti minutaggi ma potrà aggiungere qualità a un gioco che già prevede buon tiro dalla media (e discreto da lontano), tecnica interessante col piede perno e sufficiente propensione al rimbalzo. Ora Moretti gli chiederà anche aiuto nel distribuire il gioco: una sfida affascinante che potrebbe dargli soddisfazioni.
– La freccetta all’ingiù è proprio legata a quanto appena detto. Saprà Campani trasformarsi (in parte) in un vice-Kangur, e cioè diventare il “lungo-passatore” che fa da snodo per l’attacco biancorosso? E in difesa, dove spesso deve fronteggiare gente più veloce o più grossa o più potente (in campionato ma anche e soprattutto in Coppa) riuscirà a reggere?

14 – Kristjan KANGUR (Ala – 1,98 – 1982 – Est)
– Ha sposato Varese: ben pochi stranieri negli ultimi trent’anni sono rimasti in città per così tante stagioni. Ciò ne fa un leader silenzioso in campo e in spogliatoio (cosa già evidente nella stagione passata) e un architrave della squadra soprattutto per quanto riguarda la difesa. Quando è in forma può letteralmente cambiare (e agire con durezza pazzesca) su quattro ruoli, tenendo calde le mani per le sue triple dall’angolo, specialità della casa.
– Una carta d’identità che recita 34 alla voce “anni” unita alle problematiche accusate alla schiena in passato non possono che tenere desta l’attenzione sul suo fisico. Ha rinunciato alla nazionale, e questo è un bene per Varese, ma è indubbio che la preparazione estiva lo ha depotenziato per l’inizio di stagione. Speriamo che i muscoli si sciolgano presto, la Openjobmetis ne ha bisogno.

18 – Matteo CANAVESI (Ala-pivot – 2,04 – 1986 – Ita)
– Dopo tanti anni in giro per l’Italia, il lungo di Gallarate torna a casa per giocare nella squadra della sua gioventù e del suo cuore. Nel frattempo ha accumulato esperienze e capacità di far parte di gruppi in cui non è certo la star. Ha discreta tecnica di base, buon fisico: lo vedremo in campo molto poco ma darà il meglio in settimana per allenare i titolari.
– Qualche anno fa era in grado di dare minuti veri ai suoi allenatori, una stagione che – per la Serie A e la Champions – sembra passata anche per via di qualche infortunio. Il precampionato purtroppo non è stato tenero con Matteo, confermatosi il 12° uomo della squadra.

21 – Giancarlo FERRERO (Ala – 1,94 – 1988 – Ita)
– Nella prima stagione con la Openjobmetis ha mostrato a tutti gli scettici (noi compresi) di essere uomo in grado di dire la sua anche in Serie A e in Europa. Ferrero sa far rendere al meglio un fisico (quasi) normale, ha la malizia e l’intelligenza per fronteggiare gente che sulla carta ne ha più di lui (eccezionale quando si sacrifica da “quattro tattico”). E poi c’è il tiro da fuori: pazzesco al mercoledì sera, deficitario alla domenica pomeriggio: da che parte finirà la bilancia quest’anno?
– Si è meritato un posto “vero” in una Varese di Serie A ma, con la formazione attuale rischia di finire ai margini delle rotazioni (con Eyenga prima punta dell’attacco). Non dovrà demoralizzarsi, altrimenti rischia di perdersi. E sul tiro, lo abbiamo detto: può essere una gioia o una sciagura.

openjobmetis - Benfica 70-72
Chris Eyenga “caricato” da Moretti

31 – Christian EYENGA (Ala – 2,03 – 1989 – Con)
– Lo chiamano “Air Congo” mica per niente: quando corre copre il campo in un amen, quando salta guarda il panorama dall’alto e queste doti atletiche, se stimolato a puntino, mettono Eyenga in primo piano anche nella difesa sull’uomo. Rispetto alla sua prima avventura varesina sembra aver anche migliorato tecnica e percentuali nel tiro da fuori. Infine, ritrova quel Maynor che lo aveva trasformato in un’arma totale in campo aperto.
– All’esame di una squadra (Sassari) più completa e ambiziosa è stato bocciato senza appello e questo non è un dato positivo. Andiamo oltre: saprà Chris “rallentare” nelle sere in cui non riuscirà a incidere in attacco o continuerà a scheggiare ferri? Ultima sottolineatura: fuori dal campo, dicono i beninformati, non è proprio irreprensibile…

32 – Melvin JOHNSON (Guardia – 1,93 – 1993 – Usa)
– Un rookie a Varese? Forse è la volta buona, perché MJ (iniziali pesantucce…) ha buona mano da fuori – almeno, al college era così – bel trattamento di palla e qualità realizzative anche in penetrazione. Accanto ha un Maynor che per lui è una leggenda (vengono dalla stessa università) e che lo può aiutare in campo e fuori se le cose non andassero a mille. Infine, sembra che abbia la voglia giusta per migliorare.
– Ottimo per gli standard dell’NCAA dov’era la stellina della squadra, tutto da scoprire ai parametri europei dove farà parte di un gruppo eterogeneo e dove troverà di fronte gente che conosce mille modi per prenderlo a schiaffoni (cestisticamente parlando). E se in attacco un modo per stare a galla lo dovrebbe trovare comunque, in difesa dovrà adattarsi al più presto.

NEGLI ANNI SCORSI – Ecco le nostre previsioni delle stagioni precedenti: 2015 – 2014 – 201320122011 – 2010.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 06 Ottobre 2016
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