“Gli Ossola” alla biblioteca Frera
Appuntamento la sera del 23 febbraio per la presentazione del volume edito da Macchione, con gli autori Franco Giannantoni, Franco Ossola jr, Flavio Vanetti

“Gli Ossola. Franco Luigi Aldo. Le storie, le fotografie, i documenti di tre fratelli che hanno onorato lo sport”. È il libro edito da Macchione Editore che sarà presentato giovedì 23 febbraio alla Biblioteca Frera con gli autori Franco Giannantoni, Franco Ossola jr, Flavio Vanetti.
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Il libro racconta la storia di tre atleti formidabili che hanno lasciato una traccia profonda nel costume dello sport nazionale. Il pallone è il protagonista assoluto.
Adoperato con i piedi o con le mani, entrambi fatati, dalla genia degli Ossola, figli di orafi, nati a Varese. Palloni diversi in epoche fra loro lontane. Quello di cuoio robusto con valvola per l’aria e la cucitura a stringa aveva stregato fin da ragazzino Franco, il primogenito, classe 1921, attaccante biancorosso, ingaggiato sul finire degli anni ’30 dal Torino, lo squadrone granata dei sette scudetti, scomparso nel cielo di Superga il 4 maggio 1949.
A Luigi, “il Cicci”, il secondogenito, classe 1938, toccarono in sorte ben due palloni nell’arco di una ventina d’anni. Per primo, quello della pallacanestro, con la maglia della Robur et Fides marchiata Prealpi. Un decennio dopo quello del calcio, vestendo i colori della Vestes, del Varese, della Roma, del Mantova.
Il pallone di Aldo “l’Aldino”, il terzogenito (1945), era quello del moderno basket di cui diventò, partendo dalla stessa Robur et Fides del “Cicci”, un asso insuperabile applaudito in tutto il mondo, regista trascinatore della Ignis con cui vinse scudetti e coppe, guadagnandosi il soprannome di “Von Karajan”.
Con le pagine che attraversano oltre mezzo secolo della storia sportiva del nostro Paese, dense di curiosità, aneddoti, folgoranti ritratti di molti “eroi” del pallone, le fotografie. Sono tante, alcune rare, inedite, tratte dagli album per decenni rimasti chiusi nei cassetti. Esse oltre a illustrare i volti dei tre fratelli nel calore della vita privata, negli stadi, nei palazzetti dello sport, aiutano a comprendere meglio la straordinaria vicenda di una famiglia che ha affrontato con un alto tasso di civismo, un mondo sportivo spesso irriconoscibile, lordato com’è oggi da gratuite violenze e da continui scandali.
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