Nei boschi del parco
Teresio Colombo ci propone alcune escursioni tra i boschi attorno a Varese

Mercoledì 22/2 mi reco alla cascina Tagliata per verificare la presenza di materiale per il nuovo pezzo di questa settimana, purtroppo non trovo cose nuove da fotografare, la nebbia mi esclude la possibilità di foto paesaggistiche, i fiori sono primule ed anemoni già trattati in articoli precedenti ecco si può tentare il fiore femminile del Nocciolo (Corylus avellana) (01) anche questa volta il risultato è alquanto modesto ma non mi riesce di meglio.
Il giorno successivo il 23 mi reco al laghetto dii Brinzio, paesaggio grigio e vegetazione scarsa salvo i muschi e licheni in pieno sviluppo in particolare sono attratto dal muschio Abietino (Hypnum cupressiforme) (02).
La domenica 26/2, la prima domenica da oltre 50 anni, che mi ritrovo con la patente scaduta e che non intendo rinnovare, l’uscita che abbiamo scelta prevede la partenza dal Sacro Monte la discesa vero la “la cà di ratt” con successiva deviazione per il sentiero che, passando per i bacini di raccolta delle risorgive esistenti ci consente di arrivare alla V Cappella e da lì riprendere il mezzo pubblico per tornare a casa. Scesi dall’autobus ci fermiamo ad ammirare il paesaggio offerto dal piazzale Pogliaghi, purtroppo le nebbie ci impediscono una visione completa della parte di pianura normalmente visibile da questo punto lo stesso problema si pone per la vista sulle zone di bassa collina della provincia e del mendrisiotto.
L’inizio del sentiero si trova passando dietro il ristorantino “Il Ceppo” ed è indicato con segnaletica del Parco, il primo tratto è caratterizzato da una forte pendenza resa un poco scivolosa degli aghi degli abeti, percorsi una cinquantina di metri ci si ritrova nel prato sotto il piazzale Pogliaghi. Mia moglie mi fa osservare che altre volte siamo scesi direttamente dal piazzale senza fare ripide discese, la mia risposta è che trattandosi di una ventina d’anni fa l’agilità dei miei movimenti era sensibilmente superiore a quella attuale e, almeno 20 kg di meno mi consentivano di passare agevolmente la recinzione, la bellezza di questo prato con una ampia fioritura di primule ci fa sospendere le riflessioni al termine del prato le indicazioni del Campo sono di proseguire per un breve tratto ripido per poi scendere con angolazione nettamente inferiore, in questo tratto grossissimi cespugli evidenziavano la presenza di cinorrodi, che sono i frutti della rosa, tanta Erba trinità (Hepatica nobilis) (03) fiorita anche se l’andamento stagionale ha favorito in queste ranuncolacee l’eliminazione delle foglie dell’anno precedente mentre le foglie nuove hanno cominciato a spuntare in pochi casi; anche il Corniolo maschio (Cornus mas) (04,05) inizia a fiorire, con il colore giallo dei suoi fiori ravviva il colore aereo del sottobosco, si tenga presente che questa cornacea è presente molto numerosa nei boschi del parco dove non è più ricercato per la durezza del proprio legno e neppure per i frutti che contengono forti quantitativi di vitamina C che talune popolazioni contadine hanno utilizzato per produrre vino ma vanno colti solo in tarda estate perché altrimenti sarebbe prevalentemente di sapore acidulo; dopo pochi passi si arriva alla “cà di ratt”(06,07) vecchia costruzione di antichi muri secco ma con copertura in cemento e all’interno 2 parallelepipedi in cemento, sembra una costruzione atta a recuperare acqua da una sorgente come farebbe pensare il resto della costruzione verso il basso, è presumibile che si trattasse di un punto di raccolta d’acqua come è possibile vedere dallo sviluppo della vegetazione circostante. Percorsi una cinquantina di metri il sentiero ne incrocia un altro dando vita ad un quadrivio, proseguendo diritti si arriva alla Rasa, voltando a sinistra si può costeggiare la Costabella, parete perpendicolare dove nidificano gli uccelli rapaci come i diversi tipi di falco noi invece imbocchiamo il sentiero sulla destra che passando da una delle zone più ricche di acqua tanto che negli anni 20 del secolo scorso sono stati realizzati punti di raccolta d’acqua sufficienti per i consumi dell’intero borgo del Sacro Monte, anche questa è una zona umida e lo si vede dalla vegetazione ma anche dalle risorgive ancora esistenti. Fra primule, anemoni scelga per fotografare l’Elleboro verde (Helleborus viridis) (08) proseguendo, ormai in vicinanza della V cappella noto dei bellissimi cespugli di quella che da piccolo mi dicevano essere la pianta della liquirizia si tratta in realtà di una felce il Polipodio comune (Polypodium commun) (09,10) che trova qui un habitat dove può svilupparsi molto bene. Siamo arrivati alla Via Sacra ci concediamo una breve sosta prima di completare il percorso fino all’autobus. Per essere la prima uscita realizzata utilizzando i mezzi pubblici devo dire che siamo soddisfatti anche per aver incontrato parecchie coppie di giovani che risalivano lungo i sentieri.
Teresio Clombo
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