Il ricordo di Martini e “la strada dell’incontro e del dialogo”

Inaugurata a Cedrate la piazza dedicata all'arcivescovo. Il prevosto Valagussa cita anche Bauman: "una strategia per l'inclusione e non per l'esclusione"

Cedrate generica

Una piazza nuova tra le case, che sia «un impegno a indicare ai nostri giovani la strada dell’incontro, del dialogo». Così il prevosto monsignor Ivano Valagussa ha salutato l’inaugurazione della nuova piazza Carlo Maria Martini, lo spazio pedonale accanto alla chiesa di Cedrate: un intervento che – ripercorrendo le parole dell’arcivescovo di Milano – ha parlato anche alla città di oggi, alle prese con le sfide dell’integrazione e della convivenza tra culture diverse.

Gallarate ha avuto con Carlo Maria Martini un rapporto speciale: qui il giovane gesuita studiò all’Aloisianum, qui concluse la sua esistenza terrena, sempre nell’istituto sulla collina dei Ronchi. Valagussa ha ricordato Martini riprendendo un passaggio di «uno degli ultimi intervento come Arcivescovo di Milano rivolta ai giovani al termine del Sinodo dei giovani, di cui ero segretario diocesano».

Parole che riflettevano sul concetto di piazza come luogo d’incontro, un tema che l’arcivescovo – partendo dagli anni Ottanta – affrontò con profondità su diversi versanti, dal dialogo tra confessioni cristiane a quello con i non credenti, alla pacificazione dopo gli anni del terrorismo, al necessario confronto con le cultura extraeuropee sollecitato dalle migrazioni. «Attraversate la città contemporanea – diceva Martini – con il desiderio di ascoltarla, di comprenderla, senza schemi riduttivi e senza paure ingiustificate, sapendo che insieme è possibile conoscerla nella sua varietà diversificata, nelle rete di amicizie e di incontri, nella collaborazione tra i gruppi e le istituzioni. Favorite i rapporti tra persone che sono diverse per storia, per provenienza, per formazione culturale e religiose». E ancora Martini proseguiva auspicando «una reale integrazione fra culture e realtà umane, senza fermarsi ad occasioni sporadiche, ma realizzando esperienze costanti di apertura e di accoglienza verso rinnovate integrazioni ecclesiali e sociali».

cardinale-martini-mobile-150158L’intervento di Valagussa ha dato attualità al discorso di Martini, in una città alle prese con il dialogo con diverse comunità straniere, di diverse origini culturali e religiose. Martini fu sempre attento al dialogo anche con l’Islam, anche nei suoi ultimi anni di vita a Gallarate: una delle poche occasioni pubbliche in cui l’arcivescovo emerito intervenne in città fu la mostra delle Acli dedicata ai “giusti dell’Islam” musulmani che salvarono ebrei (mostra allestita in collaborazione con la comunità musulmana locale, proprio all’Aloisianum nel 2010, nella foto). «Mi sembra importante» ha ribadito Valagussa «raccogliere questo testamento rivolto soprattutto ai giovani. “Creare piazze nuove tra le nostre case”. Questa piazza dedicata a Martini è un impegno a indicare ai nostri giovani questa strada dell’incontro, del dialogo, dell’integrazione fra culture e realtà umane. Penso che sia questa una risposta oggi necessaria alla complessità del nostro tempo».

Con una scelta forte, il prevosto ha anche citato uno degli ultimi interventi pubblici (settembre 2016) del sociologo Zygmunt Bauman, il teorico della società liquida e dei rapporti umani da costruire con pazienza: «C’è bisogno – diceva il sociologo – di promuovere una cultura del dialogo, in ogni modo possibile e ricostruire così il tessuto della società. Dobbiamo considerare gli altri, gli stranieri quelli che appartengono a culture diverse, persone degne di essere ascoltate. La pace potrà essere raggiunta solo se daremo ai nostri figli le armi del dialogo, se insegneremo a lottare per l’incontro, per il negoziato, così daremo loro una cultura per creare una strategia per la vita, una strategia volta all’inclusione e non all’esclusione”.

Ad ascoltare l’intervento del prevosto c’erano – oltre al pubblico – anche il sindaco Andrea Cassani, l’ex sindaco Edoardo Guenzani (la creazione della piazza fu avviata esattamente quattro anni fa, nel 2013) e diversi consiglieri comunali, di maggioranza e opposizione (Città è Vita, Pd e Gallarate 9.9.).

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 10 Aprile 2017
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