Nell’asilo “a colori”, dove crescono partecipazione e inclusione
Le tonalità accese del murale all'interno sono simbolo di una scuola molto vivace: dalle uova di Pasqua agli spiedini senegalesi, storia di un impegno che coinvolge

Sul muro della scuola, dall’anno scorso, c’è un murale gigantesco e colorato, frutto di un bel progetto e omaggio al Pinocchio, a Collodi a cui è dedicato l’asilo. «È diventato il nostro simbolo» spiega Emanuele Mulazzani, presidente dell’Associazione Genitori della Scuola dell’Infanzia Collodi. Tra i rioni di Cascinetta e Cajello di Gallarate, ai margini di una zona popolare e vivace, alle prese (anche) con le sfide dell’integrazione.
«Quest’anno l’asilo ha 117 bambini iscritti, il 40% non italiani di origine» continua Mulazzani. «Sono due anni che con il comitato abbiamo costruito un percorso per coinvolgere anche i genitori stranieri». La risposta dei genitori – italiani “doc” e nuovi italiani – è «strapositiva», racconta con entusiasmo. «Siamo partiti da riunioni in cui venivano sette persone, oggi arriviamo anche a trentacinque e un terzo sono stranieri».
L’asilo si trova in via Pradisera, all’ombra dei grandi condomini del complesso delle “Azalee”, condominio-quartiere che negli anni Settanta ha visto l’arrivo di una generazione di immigrati italiani da varie Regioni, che hanno lavorato molto insieme per costruire servizi. Dall’altra parte, il quartiere di Cascinetta, con una delle scuole elementari a maggior tasso di stranieri iscritti, dove sono attivi molti progetti scolastici specifici (anche con l’ausilio del privato sociale). Non è certo facile, sia chiaro, ma l’approccio qui è di affrontare la questione puntando all’inclusione e a mettendo vicine le culture: «Quest’anno proporremo alla festa di fine anno, oltre a classico italiano – salamelle e arancini siciliani – proporremo anche spiedini senegalesi, grazie ai genitori dei bambini».
Il tema degli stranieri nelle classi è spesso sulle pagine dei giornali, così come quello delle croniche difficoltà di finanziamento delle scuole. «Raccogliamo sempre fondi con varie iniziative per fornire materiale, avviare progetti che l’Istituto non riuscirebbe a coprire, ma anche per creare affiatamento tra i genitori, anche a livello interculturare» (come si diceva prima). Quest’anno hanno debuttato le uova di Pasqua, distribuite dietro offerta libera in una scatola che riporta – appunto – il murale-simbolo della scuola, realizzato dallo street artist Max Gatto nella primavera scorsa. «In cinque giorni le abbiamo vendute tutte, abbiamo incassato un buon contributo per nuovi progetti. E se non ci fosse stato il murale non ci sarebbe stata l’idea delle uova di Pasqua».
Grazie a queste raccolte fondi nascono piccoli progetti specifici: «Lo scorso anno abbiamo portato il Wi-fi, quest’anno abbiamo atttivato progetto danza per i bimbi che parte ad aprile. Corremmo portare a termine l’imbiancatura degli ambienti all’interno, lasciando poi il primo metro in basso a disposizione dei bambini, perché imparino a divertirsi con il colore, a sperimentare». I bambini si muovono curiosi, come i personaggi del murale si muovono sulle pagine bianche del grande libro che decora il salone dell’asilo: il futuro, anche qui, è tutto da scrivere.
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