C’era anche Papa Francesco alla festa di Confapi

"L’imprenditore è una figura fondamentale di ogni buona economia: non c’è buona economia senza buon imprenditore"

Confapi

Confapi Varese ha compiuto 70 anni. Un traguardo importante suggellato da una sentita celebrazione alle Ville Ponti di Varese. Nella sala Napoleonica erano presenti molte imprese, alcune con oltre 100 anni di storia alle spalle, altre appena nate, a sottolineare il ponte tra innovazione e tradizione che era anche il tema della giornata. Con loro in platea molti rappresentanti istituzionali, associazioni sindacali e politici. Una presenza che ha voluto rendere omaggio a un passato importante e al nuovo corso rappresentato dal neopresidente Marco Tenaglia, dal direttore Piero Baggi e dal giovane team dell’associazione.

Tra gli interventi di apertura c’è stato quello di monsignor Franco Agnesi, vicario vescovile di Varese, che ha citato un passo del discorso che Papa Francesco ha tenuto a Genova il 27 maggio scorso in occasione della visita pastorale alla città. «La creatività, l’amore per la propria impresa, la passione e l’orgoglio per l’opera delle mani e dell’intelligenza sua e dei lavoratori. L’imprenditore è una figura fondamentale di ogni buona economia: non c’è buona economia senza buon imprenditore. Non c’è buona economia senza buoni imprenditori, senza la vostra capacità di creare, creare lavoro, creare prodotti».
Parole sollecitate da un imprenditore del distretto riparazioni navali che chiedeva al pontefice conforto e incoraggiamento per affrontare gli ostacoli della quotidianità. Parole che sottolineano una diversa visione di questa figura rispetto a un passato, anche piuttosto recente, che relegava l’imprenditore nel limitato recinto del profitto, del fare soldi. Motivazione certo presente, ma non determinante nella scelta di fare impresa, di rischiare e di caricarsi di una responsabilità così grande verso la comunità.
Bollare, dunque, l’imprenditore come un semplice egoista sarebbe non solo riduttivo ma anche ingiusto.

Gli antichi dicevano che le cose ripetute aiutano, “repetita iuvant”, appunto. E così nel suo intervento di chiusura della giornata di festeggiamenti, Raffaele Cattaneo, presidente del consiglio regionale della Lombardia, ha voluto rileggere lo stesso passaggio di Papa Francesco, ricordando alla platea che già monsignor Agnesi lo aveva letto poco prima. Una bella scelta, perché nel sottofondo caotico delle parole che circondano la nostra quotidianità ce ne sono alcune destinate a rimanere e ad aiutare – per chi le ascolta – a trovare una motivazione per la propria esistenza.
Un bis che i presenti hanno riascoltato con attenzione, per niente distratti né dall’orario né dalla fame.

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 27 Ottobre 2017
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